Quanto rumore e indignazione per la canzone a 5 Stelle di Fedez
Foto in apertura di Paolo Francesco Bertolotti
“Much ado about nothing” direbbe Shakespeare, tanto rumore per nulla possiamo dire tranquillamente noi. La politica italiana ci ha spesso abituati, purtroppo, a condire ogni tema, dal più importante al più banale, di polemiche sterili. Questa volta il rumore arriva per una canzone di Federico Lucia, 24 anni, in arte Fedez, rapper amatissimo dai più giovani (il suo ultimo album, Pop-Hoolista, dopo una settimana è già disco di platino) e giudice del noto programma di Sky, X Factor. Il cantante hip hop non ha mai nascosto di essere particolarmente vicino alle idee del Movimento 5 Stelle e, in occasione della manifestazione dei pentastellati in corso questo weekend al Circo Massimo, ha scritto la canzone Non sono partito, una sorta di inno per il Movimento.
Il video della canzone di Fedez pubblicato da Beppe Grillo.
Nel testo della canzone, Fedez fa un chiaro riferimento alla trattativa Stato-Mafia, tirando in ballo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Caro Napolitano, te lo dico con il cuore: o vai a testimoniare oppure passa il testimone”. Proprio per questi versi, diversi esponenti del Partito Democratico hanno duramente criticato il rapper.
Prima il vilipendio… La polemica vera e propria nasce quando, giovedì 9 ottobre, il senatore Pd Stefano Pedica accusa Fedez di «vilipendio al Capo dello Stato». Secondo l’esponente Dem, invitare Napolitano a testimoniare nel processo sulla trattativa Stato-Mafia sarebbe un duro attacco al presidente della Repubblica, l’ennesimo da parte dei pentastellati. La risposta del cantante non si è fatta attendere: «Il reato di vilipendio implica un'offesa e gli unici a sentirsi offesi dalle istituzioni sono i cittadini. Non mi sembra che augurarsi che il Capo dello Stato si presenti spontaneamente a deporre sia da considerarsi un reato». Dalla parte di Fedez anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle, che sono tornati a chiedere le dimissioni di Giorgio Napolitano.
… poi l’addio a X Factor. La sensazione è che nel Partito Democratico ci sia la paura che una presa di posizione così netta da parte di un cantante tanto amato dai giovani possa portare acqua al mulino del Movimento 5 Stelle, quanto mai assetato di nuove energie. Fedez, infatti, sta vivendo un momento di grande popolarità: salito alla ribalta del mercato discografico nazionale nelle seconda metà del 2012, dopo essere esploso come web-star, il 2014 si sta rivelando l’anno della sua consacrazione, con il nuovo album Pop-Hoolista e il ruolo da giudice a X Factor, il talent show di Sky. Proprio questo nuovo abito di star della tv è stato preso di mira da altri due deputati del Pd, Federico Gelli ed Ernesto Magorno, i quali hanno chiesto a Sky di prendere in considerazione la presa di posizione politica dell’artista e dunque riconsiderare il suo ruolo all’interno del programma, appellandosi all’imparzialità e all’equidistanza politica che ha sempre dimostrato la rete satellitare. Questa volta Fedez ha deciso però di rispondere con maggior durezza, attraverso la propria pagina Facebook. Il cantante ha pubblicato un’immaginate “pop” di Benito Mussolini e Adolf Hitler che si fanno un selfie, con il suo commento: «Non sono a X Factor per fare propaganda e mai l’ho fatta, ma da cittadino ho le mie idee politiche e non ho nessun motivo per tenerle nascoste, il fatto che per averle espresse si chieda la mia testa ci riporta indietro di 60 anni alla censura e al fascismo».
Va sottolineato che Fedez, però, non ha partecipato alla festa del Movimento al Circo Massimo, che ha visto venerdì 11 ottobre la sua prima serata. Serata che doveva essere di gala, ma si è rivelata, secondo alcuni osservatori, un mezzo flop, con la piazza mezza vuota anche durante l’intervento di Beppe Grillo. I pentastellati però si difendono con la stessa verve con cui hanno difeso il rapper di Milano, spiegando che la maggior affluenza dovrebbe esserci sabato 12 ottobre, quando giungeranno diversi pullman da tutta Italia.