La sicurezza secondo Matteo

Ong e M5S affondati con un voto Salvini toglie di mezzo i disturbatori

Ong e M5S affondati con un voto Salvini toglie di mezzo i disturbatori
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Con una sola mossa Matteo Salvini ha affondato sia le navi delle Ong che i 5Stelle. Il voto di ieri che ha portato all’approvazione del Decreto Sicurezza bis con misure che rafforzano in modo molto deciso quelle già in vigore, rappresenta una svolta politica a livello di governo e una svolta anche a livello della gestione dell’ordine pubblico. Il decreto, approvato mettendo con le spalle al muro un alleato di governo terrorizzato dall’ipotesi di andare alle elezioni, ha un obiettivo principale: bloccare la possibilità di azione dei soggetti che in questi mesi hanno procurato più problemi al ministro degli Interni. I primi articoli riguardano infatti le navi delle Ong impegnate nel recupero in mare dei migranti che tentano la traversata del Mediterraneo. Infatti al ministero dell’Interno viene assegnato il potere di «limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta in acque territoriali» per motivo di sicurezza quando si ritiene che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di «favoreggiamento all’immaginazione clandestina». Nel mirino ci sono in particolare i capitani delle navi che violano queste nuove regole. Per loro sono previste pene pesantissime, sia economiche che penali. Il capitano è chiamato a pagare multe che vanno da 150mila euro sino a un milione. Inoltre se non si ferma davanti a uno stop della Guardia costiera può essere immediatamente arrestato. A tutto questo si aggiunge anche il sequestro della nave. Sono misure durissime che forse potrebbero sollevare riserve da parte di Mattarella, chiamato a mettere la sua firma sul decreto: il dubbio del Quirinale riguarda infatti la sproporzione della pena. Il Presidente della Repubblica ha 30 giorni di tempo pet mettere la sua firma, ed è probabile che accompagni la promulgazione con una lettera di precisazioni come era accaduto in occasione del primo decreto Sicurezza nell’ottobre 2018.

 

La seconda parte del pacchetto di misure approvate ieri riguardano invece l’ordine pubblico, con una stretta decisa per quanto riguarda le manifestazioni di piazza. Ad esempio viene considerato reato l’uso di caschi o di elementi che impediscano il riconoscimento dei partecipanti: in questo caso le multe sono di 6mila euro e si rischiano pene da due a sei anni. Anche in questo caso il decreto salviniano ha un obiettivo preciso: sono i manifestanti no Tav. Vengono inasprite le pene per i reati commessi durante le manifestazioni, in quanto viene considerato un’aggravante commettere atti di resistenza, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale durante assembramenti pubblici, senza più la scappatoia di un’archiviazione per «lieve tenuità del fatto». Aumenta la pena anche per chi commette danni materiali a beni mobili e immobili: in questi casi può scattare la pena da uno a cinque anni di reclusione. Questa stretta sull’ordine pubblico non risparmia neppure le manifestazioni sportive, dove è previsto un rafforzamento del Daspo, il provvedimento che impedisce l’ingresso negli stadi, allargato a coloro che vengono sorpresi a inneggiare o incitare alla violenza. Chi commette atti violenza o di minaccia nei confronti degli arbitri rischia una pena dai sei mesi ai cinque anni. Infine una norma per gli affitti a breve di case o strutture: il gestore deve comunicare le generalità dell’ospite entro le sei ore e non più come accade ora entro le 24 ore.

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