Tragedia di Azzano: il giallo del lunotto posteriore della Mini
Sono morti insieme, verranno salutati per sempre insieme. L'idea c'è e l'ha spiegata ieri Marco Carissimi, padre di Luca, il 21enne di Borgo Palazzo che la notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto è stato travolto e ucciso mentre si trovava in moto insieme all'amico fraterno Matteo Ferrari, 18 anni, anche lui deceduto. «Non è ufficiale, ma con i genitori di Matteo ci stiamo confrontando sulla possibilità di celebrare un unico funerale», ha detto Carissimi al Corriere Bergamo. «Ci sembra la scelta più giusta - aggiunge -, anche per non fare vivere due volte un momento così straziante agli amici. E poi Luca e Matteo sono cresciuti insieme. Per me, Matteo era come un figlio e lo stesso i genitori di Matteo con il mio Luca». Prima, però, bisognerà attendere almeno venerdì 9 agosto, quando è stata fissata l'autopsia sui cadaveri dei due giovani disposta dal pm Raffaella Latorraca.
[Da sinistra, Matteo Ferrari e Luca Carissimi]
La dinamica dei fatti pare già oggi abbastanza chiara: Luca e Matteo stavano tornando in Vespa dalla serata passata insieme alla discoteca Setai quando, sullo stradone di Azzano, la Mini guidata da Matteo Scapin, 32enne di Curno, li ha raggiunti e speronati, schiacciandoli contro il guard-rail per poi fuggire. A dare l'allarme sono stati gli amici dei ragazzi, che si trovavano dietro di loro in motorino. Scapin ha raggiunto casa di un parente, a cui ha raccontato quanto successo e che lo ha convinto a chiamare il 112 e denunciarsi. Solo allora, afferma, ha scoperto che uno dei due giovani, Luca, era morto sul colpo. Il secondo ragazzo invece, Matteo, ha lottato tra la vita e la morte per diverse ore, prima di arrendersi in un letto di ospedale. Scapin ha avuto un malore, non pensava di poterli uccidere. È in carcere, piantonato, probabilmente perché si teme che possa farsi del male. L'accusa nei suoi confronti è pesantissima: duplice omicidio volontario. Le prove dimostrerebbero infatti che non avrebbe frenato, come a lasciar intendere la precisa volontà di colpire la Vespa con a bordo i due giovani. Motivo? Poco prima, al Setai, Scapin e i due avevano avuto un litigio a causa di una battuta infelice rivolta nei confronti della fidanzata del 32enne.
[La Mini col lunotto posteriore sfondato di Matteo Scapin]
Nonostante tutto questo, gli investigatori vogliono vederci chiaro, vogliono essere sicuri al cento per cento della dinamica dei fatti. Per questo hanno deciso di disporre l'autopsia sui corpi dei ragazzi, per capire concretamente le cause delle morte, che potrebbero ulteriormente fare luce sullo scontro con la vettura che li ha travolti. Allo stesso tempo, si stanno attendendo gli esiti della perizia cinematica effettuata nei giorni scorsi per capire come, in quale punto e a seguito di quale manovra, l’auto guidata da Scapin abbia tamponato e urtato la Vespa con in sella Luca e Matteo. Dal canto suo, Scapin nega di aver colpito i due ragazzi per una sorta di vendetta. Come racconta sempre il Corriere, infatti, solo nel colloquio con i suoi avvocati Riccardo Tropea e Anna Marinelli avrebbe scoperto che i giovani che aveva investito erano gli stessi con i quali aveva litigato. Oggi, mercoledì 7 agosto, è previsto l’interrogatorio di convalida dell'arresto ed è probabile che Scapin fornisca la sua versione dei fatti. Stando a quanto raccontato dalla fidanzata del 32enne, i ragazzi avrebbero spaccato il lunotto posteriore della Mini,causando così la reazione di Scapin. Dal canto loro, gli amici di Luca e Matteo smentiscono questa versione.