Zuppi e il tortellino dell’accoglienza
Per capire chi è Matteo Zuppi che questa sera sarà ospite di Molte fedi in Santa Maria Maggiore (dialogo con Gad Lerner alle 21), basti questo recente episodio. Zuppi, com’è noto, è stato voluto da papa Francesco sulla sede vescovile di Bologna e Bologna ha come patrono San Petronio, al quale è dedicata anche la sua stupenda cattedrale. La festa di questo santo cade lo stesso giorno di San Francesco, il 4 ottobre. E come ogni anno la città omaggia il suo patrono in piazza Maggiore, con un banchetto aperto a tutti a base di tortellini. Quest’anno Zuppi ha voluto però introdurre una modifica al menù: ha chiesto che il ripieno di questo piatto «sacro» per i bolognesi non fosse più a base di maiale ma di pollo. Il motivo è facilmente comprensibile: con il maiale nel cuore della pasta tutta la popolazione di fede islamica sarebbe stata esclusa dalla festa. E Zuppi essendo un grande paladino dell’integrazione e del dialogo tra le varie appartenenze che compongono la sua città, non voleva che la festa del Petronio tagliasse fuori nessuno. Così è stato pensato il «tortellino dell’accoglienza». Un’idea condivisa dalla più importante associazione culinaria della città, l’Associazione Sfogline, che per bocca della sua presidente Paola Lazzari Pallotti ha applaudito all’iniziativa del neo cardinale (riceverà la porpora al prossimo Concistoro, dopo l’annuncio dato da Papa Francesco). Il ripieno del «tortellino Zuppi» è già stato messo a punto anche con l’approvazione di uno degli chef più noti di Bologna, Mario Ferrara dello Scacco Matto. Sarà un ripieno di carne di pollo, ricotta, parmigiano e uova. Diverso quindi dalla ricetta tradizionale e depositata alla Camera di Commercio bolognese, che prevede invece un misto di carni di maiale (lombo, prosciutto e mortadella), con parmigiano, uova e noce moscata. Invariata invece resta, ovviamente, la ricetta della pasta sfoglia all’uovo, che come tradizione verrà tirata a mano sui tavoli sistemati nella piazza.
Per i nostalgici del vero tortellino, che hanno arricciato il naso davanti all’iniziativa del vescovo, ci sarà presto occasione per rifarsi: infatti domenica prossima si tiene proprio l’annuale Festival del Tortellino, giunto all’ottava edizione. Un Festival che, per altro, negli anni passati ha presentato anche molte varianti su quel piatto, introducendo ripieni di pesce o anche senza carne.
L’iniziativa di Zuppi è qualcosa che va ben al di là della sperimentazione culinaria e semmai si avvicina a una sperimentazione sociale: proporre un gesto che avvicini le comunità, che le faccia sentire tutte a casa propria nella città in cui vivono. Del resto i verbi ai quali il vescovo di Bologna fa ricorso con maggior frequenza sono «aprire» e «incontrare». «Sono sempre stato un sacerdote che si è preoccupato di incontrare il prossimo, ha detto di sé Zuppi, e non perché ero un prete moderno, ma semplicemente perché questo è il principale compito della Chiesa». E poi ancora: «La Chiesa deve restare aperta, lasciando da parte il timore di non essere compresa o di essere una minoranza». Con il buon senso che lo contraddistingue, Zuppi poi sa che per far capire la bontà di certi principi un piatto di tortellini vale più di ogni predica…