La Scuola d'Arte Fantoni e il suo "archilaboratorio"
La scienza, ci insegna la rassegna tutta bergamasca, non è solo un mondo fatto di nozioni e formule irrigidite dal tempo, stabile e concreto ad ogni costo. Ma può essere un elemento elastico e imprevedibile, accostabile anche agli ambiti difficilmente definibili come “scientifici”, come nel caso dell’arte. La Scuola d’Arte Applicata Andrea Fantoni dimostra, partecipando alla XII edizione di Bergamo Scienza con il progetto ARCHIlab, che l’unione tra scienza e creatività è possibile e concreta: almeno quanto lo è un arco a sesto acuto.
Un laboratorio per costruire. Il laboratorio con cui la Scuola inaugura la sua prima collaborazione diretta con Bergamo Scienza è di impronta architettonica. In un percorso che si arricchisce di storia dell’arte e di nozioni di Statica, agli ospiti vengono mostrate, durante l’attività, le leggi e le componenti che regolano la costruzione di diversi tipi di arco. Poi, armati di qualche conoscenza in più, di centina e di conci, si passa all’azione e, concentrati e raggruppati davanti al materiale fornito, gli ospiti hanno la possibilità di mettere in pratica quanto imparato e godersi il divertimento e la soddisfazione di costruire, con le proprie mani, un arco.
Tra archi a sesto acuto, rampanti, a tutto sesto e nozioni di distribuzione dei pesi e di chiave di volta, la pratica si rivela, nel corso del laboratorio, molto più semplice e intuitiva della teoria. È questo l’elemento vincente che, nel primo weekend di Bergamo Scienza dedicato al laboratorio La scuola in piazza, ha portato una folla di bambini entusiasti ad affluire allo stand organizzato dal liceo artistico. «In fondo ai piccoli bastava chiedere ‘Mi aiuti a costruire l’arco?’. Credo che i miei ragazzi l’abbiano ripetuto tutto il pomeriggio. Anche se, una volta realizzato, la frase che i bambini preferivano sentirsi dire era: ‘Ecco, ora puoi distruggerlo’», racconta Diana Conte, docente di Architettura e curatrice responsabile del progetto ARCHIlab.
Come è nata l’idea. «Il nostro collega di chimica Pellegatta collabora con Bergamo Scienza da anni e questo è stato un incentivo. A dire il vero, anche la scuola ha sempre desiderato partecipare alla rassegna», spiega la docente. «Se fino a qualche anno fa esisteva solo l’indirizzo pittorico, con l’introduzione dell’indirizzo di architettura nel triennio, abbiamo iniziato a prendere in considerazione la possibilità di trovare qualcosa di accattivante legato al mio ambito disciplinare. Qualcosa che potesse essere approfondito nell’aspetto tecnico e specifico, ma senza esagerare, e comunque unito al divertimento».
La costruzione fisica dei plastici degli archi e lo studio della statica sono inseriti nel programma didattico, che si è dunque sposato alla perfezione con il progetto di partecipazione al festival. La realizzazione dell’aspetto pratico ha impegnato a lungo i 27 studenti coinvolti, che non hanno smesso di dare corpo all’idea nemmeno durante le vacanze estive: «Abbiamo iniziato ad elaborare il progetto a marzo e, con la conclusione dell’anno scolastico ci hanno dedicato particolari energie le classi più grandi», continua la professoressa. «Poi, sono arrivati anche volontari a luglio…inspiegabile!».
I ragazzi all’opera. Se uno degli obiettivi di Bergamo Scienza è quello di coinvolgere attivamente i ragazzi nel laboratorio e nella produzione del materiale e nella gestione, ecco come le 27 guide del liceo Artistico si sono dedicati a tradurre l’idea del progetto in realtà: