Da zero clienti ai due suoi negozi Esteticamania e la grinta di Barbara
Foto di Sergio Agazzi
«Ho sempre avuto paura di perdere, poi ho capito che l’unica che non dovevo perdere era me stessa». Barbara Valtellina, classe 1966, è una di quelle donne che non ha smesso un solo giorno di combattere e che molto spesso lo ha fatto da sola. Oggi che la sua Esteticamania in via fratelli Calvi compie 24 anni, Barbara racconta del passato non nascondendo le grandi fatiche, ma soprattutto gettando ancora lo sguardo al futuro: «Voglio andare avanti, altrimenti mi annoio». Aveva dodici anni quando iniziò a mettere il naso nel lavoro della mamma: dopo la scuola si recava nel suo negozio di estetista a Trescore e aiutava con l’ordine e le pulizie. «Mamma era veramente brava, ma all’epoca io odiavo il suo lavoro e appena potevo scappavo nella latteria accanto per tirare il fiato». Quando Barbara finisce la scuola - complici le frequenti discussioni tra mamma e figlia - decide di cercare lavoro altrove ed è qui che inizia a mostrare il suo carattere deciso e tenace. Fondamentale l’incontro con due titolari «severissime» dalle quali invece di fuggire cercò di trarre il massimo e di impegnarsi oltre i suoi limiti per dimostrare di potercela fare.
«Arrivavo un’ora prima dell’apertura per fare tutto e rispondere sempre con un orgoglioso: “già fatto” a ogni loro richiesta». Erano però altri tempi, quasi nessuno ti metteva in regola e solo qualcuno pagava il giusto: «Era già bello se ti davano qualcosa, in fondo stavi solo imparando». Barbara lo dice mentre alza le spalle e sorride. Tutto ha fatto di lei la donna e la professionista che è oggi e guarda indietro senza rancore: «Ho imparato a stare al mondo anche grazie alla durezza di qualcuno». E appena il racconto rischia di farsi un po’ cupo, Barbara lo spezza con un gran sorriso ed esclama: «Poi però mi sono rotta di fare l’estetista e sono andata con un’amica a consegnare pacchi e scaricare lavatrici: mi sono divertita un sacco». Già allora non era decisamente una donna spaventata dal lavoro duro: per sei mesi si dedicò a una signora anziana e malata di Alzheimer che le insegnò al contempo fatica e tenerezza; poi fece la baby-sitter con due bambini impegnativi «che piangevano da mattina a sera», dice ridendo e coprendosi gli occhi con le mani. Aveva scelto di vivere da sola e tutto era buono per sbarcare il lunario e sopravvivere. Ogni tanto andava a trovare le sue zie Anna, Livia e Graziella, casualmente capitando lì in orario di pranzo: «Così mi garantivo almeno un pasto al giorno», dice strizzando l’occhio.
Quando capì che tutto sarebbe stato comunque difficile, decise di fare il salto: cercò un negozio vuoto, andò a trattare con le banche e tornò a casa con una certezza: «Farò la fame comunque, ma almeno lo faccio per me». Il primo anno lo passò in solitudine: «Non entrava nessuno. Non lavoravo. Ho pianto tanto». Nessuno credeva in lei e chi le stava accanto non faceva che sottolineare i rischi dell’impresa e il fatto che lei non ne fosse all’altezza. Perché non hai rinunciato?, le chiediamo. Risponde indurendo il volto e nello sguardo già anticipa la risposta: «Piuttosto morivo. Dovevo vincere per forza». A poco a poco, Barbara cerca idee, non si ferma ai problemi ma s’impegna a trovare rapide soluzioni, si rompe ma non si spezza e continua a lavorare - anche dodici ore al giorno - confidando in se stessa, perché è l’unica su cui può davvero contare. Poi arrivano le prime clienti e diventano alleate preziose: «Parlavo con loro dei miei problemi e improvvisamente mi sembravano più piccoli. Mi hanno insegnato molto». Barbara è consapevole che non si smette mai di imparare e si dedica con impegno alla sua crescita personale e professionale. Lo stesso fa con le sei dipendenti che oggi lavorano nei suoi due istituti di bellezza: a Bergamo e a Trescore Balneario.
Insieme si aggiornano, testano nuovi prodotti, imparano le tecniche proprie dell’estetica senza trascurare il marketing e la comunicazione interpersonale. «Passo più tempo con le mie ragazze che con la mia famiglia, quindi anche loro sono famiglia e insisto per costruire un rapporto sano e rispettoso come faccio con i miei figli. Prendersi cura degli altri è prendersi cura di se stessi. Qui trovi i migliori trattamenti estetici per il tuo aspetto, ma se hai avuto una giornata difficile ed entri in lacrime non manca mai anche un abbraccio. Spesso sono ancora io ad averne bisogno». Quali sono i progetti per il futuro? «Voglio arrivare a 110 anni, voglio viaggiare e conoscere. Poi tra un paio di mesi inauguro il nuovo negozio. Sai, avevo bisogno di divertirmi un po’».