Pasticceria Cavour, grande ritorno Riapertura dopo otto mesi di stop
L’ovale di Camillo Benso di Cavour sopra il bancone è rimasto. E anche per il resto, la pasticceria intitolata al conte è stata sì rinnovata, ma mantenendo quello spirito mitteleuropeo che l’ha sempre contraddistinta. Dallo scorso mese di febbraio la storica insegna sulla Corsarola - subito dopo Piazza Vecchia, per chi viene da Colle Aperto – è oscurata e protetta da occhi indiscreti. Ma da lunedì 25 novembre si riapre al pubblico. La gestione è sempre nelle mani di Lella Cerea, della notissima famiglia del ristorante Da Vittorio. Del resto proprio papà Vittorio aveva acquistato l’insegna nel lontano 1994. La riapertura, quindi, coincide con il 25esimo di proprietà.
Cosa è cambiato. I cambiamenti maggiori sono nei locali che ospitano le sedute per il servizio al tavolo. Lo stile è ora contemporaneo, con largo uso di materiali di pregio: carte da parati in pergamena, rifiniture in peltro ed ottone, lampade di design. Tanto marmo. Le volte affrescate sono state naturalmente mantenute e non cambia molto la sala all’ingresso con il bancone del bar e la vetrina della pasticceria. Ma è stato tutto aggiornato, anche tecnologicamente.
Camere. Sei camere completeranno l’offerta: piccole ma molto curate. Saranno pronte entro la prossima estate e solo allora il Cavour tornerà a essere locanda. Nella carta le specialità dolci o salate che ogni giorno perverranno al Cavour dai laboratori di pasticceria o dalle cucine del ristorante di famiglia. Si mangia, anche, più in stile bistrot, come già in precedenza. Da non perdere il gran buffet domenicale, con una proposta ricca e golosa.
Due secoli e mezzo di vita. La nuova inaugurazione arriva a quasi 240 anni dalla prima a opera di proprietari piemontesi (nel 1880). La struttura, nel corso degli anni diventata meta fissa dei poeti vernacoli bergamaschi e poi di molti artisti, è da tempo inserita nel circuito dei Locali Storici d’Italia.