Alla ricerca dell'Imu perduta Fari puntati sulle false prime case
Solo a Cesenatico erano 500: 500 prime case che nei fatti non lo erano. Tutto per non pagare Imu e avere bollette ribassate. Ma il sindaco Matteo Gozzoli ha deciso di fare chiarezza e per ora ha stanato oltre 200 finti residenti, costringendo a versare il dovuto alle casse del Comune. Anche a Courmayeur il sindaco ha lanciato l’offensiva e ha addirittura arruolato per 20mila euro un’azienda specializzata per verificare «la sussistenza della contestuale dimora abituale e della residenza anagrafica del contribuente e del proprio nucleo famigliare». Il risultato lo si saprà fra qualche settimana, in tempo per fare i conti con chi è fuori regola e si presenterà per sfruttare la casa in occasione della stagione sciistica. L’offensiva sulle seconde case trasformate in finta abitazione principale per eludere l’Imu, avrebbe dovuto far parte degli emendamenti aggregati alla manovra di Bilancio. In realtà, il ministro Roberto Gualtieri, già scottato dalle polemiche per le tasse introdotte nella legge di Bilancio, ha detto subito di non approvare questo balzello, che potrebbe colpire anche coniugi che effettivamente lavorano in due comuni diversi. L’emendamento dunque c’è, ma non è il governo a proporlo.
Secondo i calcoli le false prime case sarebbero circa 135mila. La media Imu pagata da chi ha dichiarato regolarmente la seconda casa è di 746 euro. Il che significa circa 100 milioni sottratti ai Comuni ogni anno; somma a cui devono aggiungersi anche quella generata dalla riduzione delle tasse sui rifiuti e dalle tariffe diverse delle bollette. Nonostante il consueto accanimento mediatico, il fenomeno ha dimensioni molto diverse rispetto a quando era in vigore l’Ici. Allora era molto più semplice non pagare le tasse sulle seconde case in modo legale: bastava mettere a residenza un figlio e il gioco era fatto. Con l’Imu le cose sono più complesse. Se si sposta lì un figlio, comunque si paga metà dell’Imu. Se invece la si rende residenza di uno dei due coniugi, si devono dimostrare esigenze precise, e naturalmente deve essere in un altro Comune. I trucchi per dimostrare la sussistenza delle ragioni sono tante: dal mettere l’accensione automatica delle luci e del riscaldamento a distanza, al pregare il vicino di far scorrere un po’ l’acqua per dimostrare che i consumi ci sono. Ma ci sono indizi che è difficile aggirare: primo fra tutti la raccolta dell’immondizia, quando è porta a porta. Se non c’è niente da raccogliere vuol dire che lì effettivamente non abita nessuno. Se poi, dopo tanto industriarsi, la ciambella riesce con il buco e davvero una seconda casa è stata trasformata in prima, i problemi non sono finiti. La residenza infatti prevede anche la scelta del medico. E non è molto pratico, né tanto meno economico, dover andare a Courmayeur per farsi fare una ricetta o un’impegnativa…
C’è chi poi si complica ulteriormente la vita: secondo l’associazione degli avvocati matrimonialisti il 7% delle separazioni matrimoniali in Italia sarebbero un falso per frodare il fisco, seconde case comprese. Forse è più semplice pagare l’Imu e mettersi il cuore in pace…