Andrea è rimasto paralizzato e non è giusto resti da solo
«Quando mi chiedono come va il figlio, rispondo abbastanza bene. Abbastanza bene perché, sebbene abbia fatto progressi da gigante, non mangia normalmente, non cammina e non parla. Proviamo solo a pensare che frustrazione, dolore per un ragazzo di 15 anni non riuscire a comunicare, parlare, esprimere i suoi pensieri le sue preoccupazioni. Un bambino, ragazzo che sino all'età di 13 anni frequentava amici, compagni di scuola, giocava, si divertiva, faceva sport, come tutti i ragazzi della sua età. Oggi parlando con un amico sacerdote mi chiedeva le maggiori difficoltà che avevamo come famiglia. Le difficoltà sono tante, credo che ognuno di noi le possa pensare e capire. Le difficoltà (salute permettendo) si cercano di superare come famiglia. Fa male vedere che la maggior parte del tempo, a parte la scuola, Andrea lo passa da solo, perché nessuno trova cinque minuti liberi per venire a trovarlo».
Con queste parole Maurizio Gervasoni ha voluto lanciare un messaggio su Facebook per esprimere i suoi sentimenti e le se sue difficoltà di genitore. Suo figlio Andrea ha 15 anni e da quando ne aveva 13 è rimasto paralizzato in seguito a un delicato intervento per una scoliosi. Nonostante questa sfortunata circostanza, il giovane non ha perso la voglia di imparare, di ascoltare la musica, di osservare. La mattina continua a frequentare l'istituto Marconi di Dalmine e nel tempo libero gioca a baskin, la pallacanestro inclusiva dedicata ai disabili, uno sport che lo accompagna fin dall'infanzia.
Nel leggere questo post Patrick Lardo, consigliere con delega allo Sport e aiuto allenatore della Cral Dalmine Basket, ha convocato subito i suoi giocatori, allenatori e dirigenti per organizzare una visita a sorpresa a casa Gervasoni. E grande è stato lo stupore del quindicenne quando si è trovato di fronte gli atleti della serie C. «Siamo sempre molto attenti alle tematiche sociali e ci pareva importante alzare l'attenzione sulla...