Da «Meno mal che l'vé öna ólta a l'an» a...

Dieci frasi in bergamasco sul giorno dopo Natale, ovvero Santo Stefano

Non si potrebbero affrontare le fatiche, anche alimentari, di questa ricorrenza senza il cuscinetto del giorno dopo, dedicato agli ansaröi

Dieci frasi in bergamasco sul giorno dopo Natale, ovvero Santo Stefano
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Tanto si parla del Natale, ma non si potrebbero affrontare le fatiche, anche alimentari, di questa ricorrenza senza il comodo cuscinetto del giorno dopo, Santo Stefano, storicamente dedicato al riposo e al consumo degli ansaröi. Ecco alcune frasi scambiate nell'occasione, eroiche testimonianze di chi, anche quest'anno, è riuscito ad affrontare e superare la più importante delle feste.

 

1. Meno mal che l'vé öna ólta a l'an

Pronti a lavorare per molte ore al giorno, veniamo però messi a dura prova dai rituali della società contemporanea fatti di shopping e auguri compulsivi, ore trascorse in coda, convenevoli con parenti semisconosciuti. Per fortuna poi si torna al lavoro. [Trad. Meno male che arriva una volta l'anno]

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2. A m' séra 'n metà de méla

Avviene in questo periodo che alla cena o al pranzo natalizio si ricostituiscano le tavolate che una volta facevano parte del nostro vivere quotidiano. In certi casi si capisce anche perché l'evoluzione abbia seguito un altro percorso. [Trad. Eravamo metà di mille]

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3. I s-cècc i 'ndàa piö 'n lècc

Eccitati dall'atmosfera di festa, dai regali e dalla presenza di consanguinei di cui ignoravano l'esistenza, i pargoli tendono a prolungare la loro veglia ben oltre la soglia di sopportazione dei meno pazienti. [Trad. I bambini non andavano più a letto]

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4. Incö a m'maia i ansaröi

Seguendo la nostra nobile tradizione che detesta gli sprechi, dedichiamo la giornata di Santo Stefano al consumo di quanto, e normalmente è tanto, è avanzato dai precedenti bagordi. Parlare di avanzi, in effetti, è riduttivo. [Trad. Oggi mangiamo gli avanzi]

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5. M'è gnìt in mènt chi gh'è piö

A volte le sedie occupate evocano inevitabilmente quelle vuote, e il pensiero corre a chi ha condiviso con noi altre occasioni di ritrovo. È comunque un modo per renderli, muti ospiti, partecipi alle celebrazioni. [Trad. mi è venuto alla mente chi non c'è più]

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6. Incö dórme töt ol dé

Provati duramente dal corpo a corpo con salumi, formaggi, coniglio, polenta, cotechino e dosi generose del nostro rosso, dedichiamo questa giornata al riposo, per farci trovare pronti a nuove e più cruente battaglie. [Trad. Oggi dormo tutto il giorno]

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7. Adèss per ön an a m'se èd piö

È la frase con cui ci congediamo dagli ospiti ed è espressa con una sfumatura di senso difficilmente interpretabile, che i più decodificano come rammarico. Altri, più maligni, parlano di sollievo. [Trad. Adesso per un anno non ci vediamo più]

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8. Avró metìt sö du chili

Anche chi cerca di rimanere rigorosamente all'interno dei parametri dietetici stabiliti per Natale fa uno strappo alla regola. Che si traduce immediatamente in un surplus di peso da smaltire lavorando, sfaccendando in casa o camminando nelle nostre valli. [Trad. Avrò messo due chili (di peso)]

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9. Só 'ndàcc a la mèssa de mesanòcc

Per quanto il sentimento religioso si sia attenuato, il fascino della cerimonia notturna e dell'attesa comune rimane inalterato. Anche se c'è sempre chi attribuisce la partecipazione altrui alla semplice volontà di apparire. [Trad. Sono andato alla Messa di mezzanotte]

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10. A tómbola ó enzìt negót

Inevitabile gioco collettivo che rinsalda i legami familiari, è la consueta conclusione del pranzo o della cena natalizia, con il suo corollario di nonne super fortunate che si aggiudicano più volte la posta e mariti in coma che scordano vergognosamente di segnare i punti. [Trad. A tombola non ho vinto niente]

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