Lesioni al midollo, una speranza che è come uno «sbarco sulla Luna»
Il suo nome, partito dal sito internet della Bbc londinese, sta facendo il giro del mondo, perché è felice protagonista di una sfida della medicina. L’uomo si chiama Darek Fidyka, ha 40 anni, è di origine bulgara. E faceva il vigile del fuoco, almeno fino a quattro anni fa, quando, vittima di un ripetuto accoltellamento alla schiena talmente grave da avergli reciso completamente il midollo spinale, è stato costretto su una sedia a rotelle. Paralizzato dalla vita in giù. Fino ad oggi, quando, grazie a una tecnica rivoluzionaria sperimentata all’University College London e messa a punto da chirurghi polacchi, è tornato a camminare con l’aiuto di un girello. E a guidare l’auto.
Il primo caso nella storia. Ha subito i medesimi danni che colpirono, dopo una caduta da cavallo, Christopher Reeve,il noto attore che intrepretò il doppio ruolo di Superman e Clark Kent nel noto film americano. Ma, a differenza dello statunitense, Darek Fidyka sarebbe la prima persona al mondo ad aver recuperato la funzionalità degli arti inferiori dopo una lesione così importante, considerata generalmente irreparabile in quanto a seguito di una rottura totale. Un evento che gli specialisti, per portata e clamore, hanno paragonato allo sbarco sulla Luna.
Un inusuale trapianto di cellule. Un autotrapianto, sembra essere stata questa la strategia motoria vincente. Ma la particolarità è che quanto è stato reimpiantato nel midollo spinale dell’uomo, con lo scopo di riparare il collegamento spinale perso, proveniva dal naso. La scelta è caduta sulle cellule olfattive, che presiedono al senso dell’odorato, poiché fra le loro proprietà hanno anche quella di aiutare le fibre nervose del sistema olfattivo a rinnovarsi continuamente. Una potenzialità da non sottovalutare e che ha dato ragione agli scienziati. Rimosse dal naso di Fydika, le cellule sono state fatte crescere in vitro (in laboratorio, in provetta) per due settimane e dopo questo tempo sono state trasferite nel midollo spinale con circa 100 micro-iniezioni effettuate sopra e sotto la ferita causata dalla lama del coltello. È stato però anche necessario aggiungere tessuti nervosi prelevati dalle caviglie affinché fungessero da ponte in calcestruzzo nella ricostruzione del midollo danneggiato.
Tanta pazienza. È stata la virtù indispensabile del Signor Fydika, o per lo meno quella che ha dovuto imparare a sviluppare. Ci sono infatti voluti tre mesi, dopo l'operazione, prima che l’uomo iniziasse a recuperare il muscolo della gamba sinistra e a percepire alcune sensazioni quali il caldo, il freddo e la puntura di aghi nella parte inferiore del corpo, dimenticata. Dopo un anno e molta fisioterapia, il bulgaro è arrivato a muovere i primi passi con l'aiuto di barre parallele e usando un dispositivo di sostegno alle caviglie.
Una «sensazione incredibile». Così ha descritto Fydika la possibilità di ricominciare a camminare, anche con il deambulatore, quando tutto sembrava perduto e dopo che si era persa la capacità di sentire metà del proprio corpo. Una seconda rinascita per l’uomo, insomma, e un’apertura per la scienza che, dopo un ulteriore sviluppo e affinamento tecnologico, auspica che la metodica possa segnare una svolta nel trattamento di disabilità per lesioni del midollo spinale, attualmente senza speranza.