Thohir ha perso il parafulmine Invece doveva cacciare Mazzarri
Un miliardo e 200 milioni di euro. Secondo un calcolo per difetto, tanto ha speso Massimo Moratti per l'Inter dal 1995 al 2013, quando, in novembre, ha ufficialmente passato la mano, cedendo la società a Erick Thohir, multimilionario indonesiano che, sinora, non risulta avere sborsato un centesimo al Figlio di Angelo. Si è accollato, invece, tutto il passivo del club, certificato dall'ultima assemblea dei soci a 103 milioni di euro.
Che Moratti e Thohir fossero separati in casa lo sapevano anche i muri della Pinetina. Per questo non stupisce che le dimissioni del presidente onorario, del figlio Angelomario vicepresidente, dei fedelissimi Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto siano il sigillo alla rottura. Moratti, 16 titoli in bacheca culminati nello storico 2010, l'Anno del Triplete, non se n'è andato perché Mazzarri ha risposto con insolenza alle sue critiche post Napoli. Moratti se n'è andato perché ne ha le tasche piene di sentirsi dire, un giorno sì e l'altro pure, da Thohir e dai suoi uomini che l'Inter era in condizioni pessime, che era un giocattolo gestito da un mecenate senza fare attenzione ai conti, bla bla bla.
Nessuno misconosce la realtà dei fatti ovvero che, per eccesso di passione, il petroliere italiano abbia speso un'enormità. Ma Thohir sapeva bene ciò che comprava e quanto costava, tant'è vero che per fare le pulci ai bilanci dell'Inter ci ha messo mesi e nessuno l'ha obbligato puntandogli una pistola alla testa. Ha voluto la bicicletta e adesso pedali. La pessima sortita di Mazzarri («Non ho tempo per rispondere alle critiche di Moratti, non voglio sprecare energie, devo pensare al Saint Etienne») è stata la scintilla dell'incendio.
A parte il fatto che ieri sera l'Inter contro i francesi ha fatto pena, Mazzarri ha dimenticato chi l'abbia portato all'Inter. E ha peggiorato la situazione dopo il pareggio in Europa League, facendo il ponziopilato («Le dimissioni di Moratti? Non parlo, l'ha già fatto il presidente»). Thohir è riuscito nella doppia impresa di perdere il parafulmine Moratti e di tenere Mazzarri. Auguri.