La vera Maddalena ritrovata
«Sono sicura al 100%». Se lo dice lei, Mina Gregori, che su Caravaggio ha passato la vita (ha passato i 90 anni) e che ha imparato la Storia dell’arte da colui che scoprì Caravaggio, cioè Roberto Longhi, si può andare tranquilli. Per quanto si possa essere tranquilli con un artista inquieto, che spiazza ancora a più di quattro secoli di distanza. Caravaggio al tema di Maddalena doveva essere affezionato, se non altro perché gran parte delle donne che compaiono nella sua biografia, facevano lo stesso mestiere che Maddalena fece nella prima parte della sua vita, cioè la prostituta.
Era tale Anna Bianchini che posò quasi certamente per la prima meravigliosa versione della Maddalena, conservata oggi alla Galleria Pamphili di Roma. È un quadro del primo periodo romano, quando Caravaggio sceglieva ancora ambientazioni chiare, e si dilungava con meravigliosa abilità su mille particolari.
È una Maddalena penitente, sola nella stanza, con lo sguardo reclinato, i capelli sciolti, tutti gli oggetti delle sue passate vanità sparsi sul pavimento. Anna Bianchini, che avrebbe posato per un altro quadro di quegli anni, il Riposo durante la Fuga in Egitto, viene descritta da un rapporto di polizia intorno al 1595, «più presto piccola che grande» e dai «capelli rosci et lunghi». Proprio come quella Maddalena. Era figlia di una prostituta, e a quanto pare prostituta pure lei. Era molto impulsiva, e in occasione di un altro incidente di percorso dovette spiegare all’autorità giudiziaria di aver tirato fuori il coltello in quanto «volevano entrare dentro e me volevano toccare il culo». Morì a 25 anni, nel 1604. L’aneddottica vuole che fosse stata a lei a chiedere al suo amante Caravaggio proprio un quadro come Maddalena penitente. Quando poi posò nei panni di Maria nel Riposo durante la Fuga in Egitto, riuscì ad essere una delle più tenere Marie di tutta la storia della pittura. Mai mettere etichette sul cuore delle persone...
Il riposo durante la fuga in Egitto. 1595 o 1596. Galleria Doria Pamphilj, Roma
Maddalena Penitente. 1594 o 1595. Galleria Doria Pamphilj, Roma
Maddalena Penitente. Particolare
Il riposo durante la fuga in Egitto. Particolare.
L’altra Maddalena, quella il cui originale sarebbe stato finalmente ritrovato, ebbe per modella un’altra amica borderline di Caravaggio, la famosa “Lena”, al secolo Maddalena Antognetti, che invece fu amica del pittore nell’ultimo scorcio del periodo romano. Era donna di bellezza straordinaria, alta, capelli neri e folti, seno florido. Caravaggio la mise in posa per due capolavori come la Madonna dei Pellegrini e quella dei Palafrenieri, dipinti intorno al 1606. Operazione ardita, visto che al tempo a Roma in molti conoscevano Lena e sapevano della sua bellezza: quindi vedersela sugli altari possiamo ben immaginare che qualche sussulto lo suscitasse. Ma Caravaggio vinse la sua partita, proprio con la bellezza: nel senso che gli parve naturale che la migliore bellezza di Roma venisse destinata a rappresentare Maria. E ancor oggi guardando quelle tele ci si persuade subito della ragionevolezza di quella scelta. Del resto l’idea che Caravaggio si era fatta di Maria, era quella di una donna sottomessa al Figlio, ma non certo al mondo. Semmai una capace di tener testa al mondo.
Maddalena dei Pellegrini. 1604 o 1606. Basilica di Sant'Agostino in Campo Marzio, Roma
Madonna dei Palafrenieri. 1606. Galleria Borghese, Roma
Lena poi posò per questa seconda Maddalena, non più penitente ma in estasi. Un quadro celebre, che aveva fatto il giro del mondo di allora, tante sono le copie che subito circolarono e che ancora oggi si conoscono (sono ben otto). Un quadro di cui paradossalmente si sapeva tutto, si sapeva che Caravaggio lo aveva con sé nell’ultimo viaggio. Ora la Lena/Maddalena è finalmente riaffiorata. Speriamo presta di poterla vedere dal vero.