Nessuno fa più il servizio civile (eppure è stato appena riformato)
Qualche mese fa il governo ha varato la riforma del terzo settore, con un disegno di legge delega finalizzato a mettere ordine nell’universo della solidarietà italiana e a valorizzare il volontariato, che oggi conta circa 300mila istituzioni e impiega oltre 5 milioni di persone. Tra gli aspetti più interessanti della nuova legge c’era la riforma del Servizio Civile, che prevedeva un riordino delle norme vigenti in materia.
La Conferenza delle Regioni, nel corso dell’ultima seduta, ha dato parere favorevole al disegno di legge, pur chiedendo «una maggior chiarezza rispetto l'attuale assetto della materia» e precisando che tutti i territori debbono poterne beneficiare: «Per questo – scrivono le Regioni - occorre prevedere un riparto equo delle risorse. Anche sui criteri e le modalità di accreditamento degli Enti del Servizio Civile, si deve trovare condivisione con Regioni e Province autonome che già provvedono agli accreditamenti di competenza per il proprio territorio».
Solo 896 giovani volontari nel 2013. Già, perché per il servizio civile il 2013 è stato un anno nero. Quasi in contemporanea all’ok della Conferenza delle Regioni è stata presentata al parlamento la relazione del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile sull’Organizzazione, sulla Gestione e sullo Svolgimento del servizio civile nazionale nel 2013. I dati parlan chiaro: sono partiti solo 896 giovani. Il motivo è da ricercarsi nella crisi economica, con la conseguente serie di tagli che ha impedito l’avvio di bandi veri e propri e di progetti destinati ai giovani volontari. Ci sono stati solo tre bandi straordinari a inizio anno, legati ad attività di emergenza inerenti l’aiuto alle zone terremotate dell’Emilia Romagna, che prevedevano l’impiego di 907 giovani. Il bando ordinario, invece, è stato pubblicato solo a ottobre: 1.789 progetti finanziati, dei quali 48 all’estero, con un totale di posti messi a bando per volontari pari a 16.373 di cui 502 destinati all’estero. Nell'ultimo Bando di riferimento possibile, quello del 2011, i posti finanziati erano stati 18.840 con una riduzione quindi del 19 percento.
Il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega al servizio civile nazionale, l’onorevole Luigi Bobba, è comunque ottimista per il futuro ed è sicuro che la riforma del servizio civile sarà senz’altro una occasione preziosa: «L'intento è quello di promuovere un sistema di servizio civile universale destinato non solo a sviluppare attività di solidarietà, inclusione sociale, tutela del patrimonio culturale ed ambientale, ma anche ad offrire percorsi pre-professionali per i giovani. Il pieno sviluppo del Servizio civile nazionale universale è volto ad ampliare la possibilità per i giovani di partecipare, in modo più consapevole, alla vita collettiva del Paese».
Le caratteristiche del Nuovo Servizio Civile. È utile a questo punto vedere più nel dettaglio le caratteristiche di quello che si chiamerà Servizio Civile Nazionale Universale. L’intenzione è quella di coinvolgere 100 mila ragazze e ragazzi dai 18 ai 28 anni nell’arco di un triennio: un impegno di 30 ore settimanali a fronte di un compenso di 433 euro al mese per otto mesi prorogabili fino a dodici. Il servizio si potrà svolgere, per un periodo, anche all’estero, in uno dei Paesi dell’Unione Europea, e fuori dall’Ue se per progetti legati alla pace o alla cooperazione. Allo Stato ogni persona che svolgerà il Servizio Civile costerà 6mila euro all’anno, per un totale stimato di 250 milioni.
Per svolgerlo bisogna partecipare a uno dei bandi su base nazionale o regionale pubblicati dagli oltre 3mila Enti accreditati. A oggi sono già disponibili 125 milioni di euro, che arrivano dal Fondo Nazionale del Servizio Civile. A questi fondi si andranno ad aggiungere altri 55 milioni derivanti da progetti regionali del Piano di Garanzia Giovani. Serviranno per il finanziamento dei giovani che inizieranno il Servizio Civile tra il prossimo ottobre e la fine dell’anno. Per spalmare la spesa a carico dello Stato si prevede un ingresso graduale di questi volontari: 40mila persone nel 2015, 60-65mila nel 2016 e pieno regime (100mila) nel 2017.
Potranno partecipare anche gli stranieri. È stato infatti un parere del Consiglio di Stato ad aver sciolto il nodo, bocciando la norma che poneva limiti alla partecipazione al Servizio per i non italiani. A luglio, presentando il disegno di legge delega sulla riforma, il premier Matteo Renzi aveva fatto marcia indietro: «Il servizio civile, essendo servizio alla Patria, può essere affidato solo a cittadini italiani». Dal 9 ottobre 2014 invece, data in cui il Consiglio di Stato ha depositato la sentenza, via libera ai bandi straordinari per i volontari da impiegare nei progetti di accompagnamento dei grandi invalidi e dei ciechi civili e per i progetti autofinanziati dalle regioni, prevedendo la possibilità che anche i cittadini stranieri vi partecipino.
Servizio Civile: a che scopo? Tra gli obiettivi del nuovo Servizio Civile c’è quello di fare in modo che si possano creare reali opportunità di inserimento professionale. Sul piano fiscale non rappresenterà un lavoro, anche se verrà stipulato uno specifico contratto: la prestazione, infatti, non sarà assoggettata ad alcuna disposizione fiscale o tributaria. Verrà riconosciuto come credito formativo universitario e non solo, grazie all’istituzione di un sistema di certificazione delle competenze per il riconoscimento dei crediti formativi acquisiti, in modo da poterli spendere nel proprio percorso professionale. I bandi interesseranno vari ambiti: la solidarietà, l’inclusione, la legalità, la tutela del patrimonio culturale e geologico.
Un po’ di numeri. Oggi il servizio civile impegna circa 15mila giovani (quasi 300mila negli ultimi dieci anni). Si tratta di un esercito di servitori della patria senza armi. Nel 2013, seppur i numeri siano stati molto bassi per le ragioni sopraelencate, un terzo dei volontari aveva tra i 21 e 23 anni, un altro terzo tra i 24 e i 26, un altro terzo ancora tra i 27 e i 28 mentre il restante 9 percento è stato coperto dalla fascia 18-20. Quasi il 60 percento di questi giovani avevano il diploma di maturità, mentre ad esibire una laurea sono stati il 19 percento e una laurea breve il 14 percento. Solo il 7 percento aveva la licenza media. Il 90 percento percento dei giovani, praticamente 9 su 10, ha deciso di prestare il suo servizio in progetti di assistenza. Seguono a distanza l'area dell'educazione e promozione culturale (6 percento) e quella del patrimonio artistico e culturale (4 percento).
E un po’ di storia. Prima del 1972, l’obiezione di coscienza in Italia era considerata alla stregua della renitenza alla leva (mancata presentazione al distretto militare per le visite di leva o alla destinazione assegnata per lo svolgimento del servizio), oppure alla diserzione (rifiuto di proseguire il servizio di leva dopo averlo intrapreso). La legge 772 del 1972 permise quindi di scegliere il Servizio Civile sostitutivo obbligatorio, di durata di 8 mesi superiore alla durata del servizio che si sarebbe dovuto svolgere. Dal 2005, con la sospensione della leva obbligatoria è sospesa anche l’opzione del Servizio Civile obbligatorio.
Oggi il Servizio Civile è su base volontaria, dura dodici mesi ed è curato da un apposito Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nella sua presentazione ufficiale viene definito come «un modo di difendere la patria, il cui 'dovere' è sancito dall'articolo 52 della Costituzione; una difesa che non deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla condivisione di valori comuni e fondanti l'ordinamento democratico».