Impianti fermi a Colere, è polemica. La Carnevali non ha tutti i torti
La deputata ha criticato come è stata gestita la situazione di difficoltà ed è stata attaccata un po’ da tutti. Eppure, per migliorare, bisogna ascoltare anche le voci critiche.
Partiamo dai fatti: nell’ora di punta per gli sciatori, ovvero le 8.30 circa, lo scorso sabato 28 dicembre, in quel di Colere (Val di Scalve), le seggiovie vengono fermate. La gente in coda, dopo l’iniziale e paziente attesa, inizia a seccarsi e a lamentarsi. Dopo un bel po’, il sistema riparte ma a ritmo ridotto e con la biglietteria chiusa. Tra gli sciatori in attesa, anche la deputata bergamasca del Pd Elena Carnevali, che su Facebook si sfoga: «In coda per oltre un’ora fermi senza che nessuno si preoccupi di dire qualcosa. L’aria si fa pesante, senti l’arrabbiatura che cresce, fischi. La prima discesa dopo oltre tre ore e mezza. In tanti se ne sono andati offesi e maltrattati». L’ex assessore del Comune di Bergamo spiega anche di aver chiesto il rimborso, ma le è stato negato. Ovviamente, lo sfogo social diventa ben presto un caso.
La società di gestione del servizio (Colere Ski 2200) inizialmente scrive delle scuse, che vengono però poi cancellate. E a rispondere (piccato) alla deputata è invece il gestore in persona, Silvio Rossi: «La signora deputata dovrebbe informarsi. Non è giusto gettare fango con commenti del genere. Enel non ha erogato l’energia elettrica in modo corretto. Ci siamo rivolti anche ai carabinieri per risolvere la situazione, avevamo qui un migliaio di persone. Le seggiovie sono ripartite dopo mezz’ora, facevamo salire meno sciatori per non bloccarle di nuovo. Il disagio c’è stato e ci dispiace, ma non per colpa nostra». Immediato anche l’intervento del sindaco del paese scalvino, Pietro Orrù, in difesa ovviamente del suo territorio: «Siamo i primi ad ammettere che i nostri impianti da sci non sono all’avanguardia e comprendo il disagio vissuto dagli sciatori. È anche vero che il gestore forse poteva andare incontro in maniera diversa agli utenti. Tuttavia, continua a sembrarmi peggiore l’uscita della Carnevali. Trovo poco edificante e costruttiva la critica della deputata, che come segno tangibile di vicinanza alla montagna e alle valli bergamasche sceglie di buttare fango sugli impianti di Colere».
Dello stesso tenore anche le critiche che arrivano dal “collega” leghista della Carnevali, ovvero Daniele Belotti: «Cara Elena, capisco l’incazzatura degli sciatori, ma tu hai un ruolo diverso. Già gli impianti da sci nelle nostre valli vivono in una situazione di enormi difficoltà, se poi un parlamentare invece di aiutare dà solo pubblico sfogo isterico per una sciata andata male, allora è come dare una “coltellata” nella schiena a chi cerca di creare sviluppo alla montagna». Dalla vicina Schilpario arriva invece il commento di Marco Pizio, sindaco del “capoluogo” scalvino e, soprattutto, maestro di sci: «Con il nuovo gestore ci sono state molte migliorie, nella manutenzione delle piste, nei servizi, nello skipass gratuito per i nostri ragazzi sotto i 16 anni, anche nell’accoglienza. Forse questa situazione poteva essere gestita meglio, ma non dimentichiamoci che gli impianti sono l’infrastruttura più importante della valle». Mentre una sorta di appello alla candidata lo lancia Giancarlo Moioli, che oltre che grande esperto della Val Seriana e agronomo, è anche il papà della campionessa Michela Moioli, che su quelle piste è cresciuta: «Leggo con stupore e incredulità il suo sfogo sul disservizio. Frequento Colere da quando Michela ha imparato in questa stazione sciistica la pratica dello snowboard. Sono quasi venti anni! Conosco luci e ombre di questa zona, delle enormi difficoltà a portare avanti una stazione sciistica come questa, con i cambiamenti climatici, gli anni carenti di neve, le abitudini sempre più sedentarie della gente. Eppure i montanari resistono. Perché sparare così nel mucchio? La invito, quale deputata facente parte dell’attuale maggioranza di governo, a nutrire più fiducia, speranza, positività».
Insomma, lo sfogo della Carnevali s’è trasformato in un piccolo caso. E la deputata, poche ore dopo l’inizio del nuovo anno, non ha potuto non tornare sull’argomento. Prima rispondendo a tono a chi l’ha criticata («Vedo che Daniele Belotti e Pietro Orrù scrivono di me rispetto ai fatti di Colere, senza taggarmi. Nemmeno la cortesia di farmi sapere le loro “gentili” opinioni. Così vengo a saperlo da altri oltre che dai giornali. Loro non c’erano mentre io sì, fino a fine giornata, quindi sono informata»), poi rimarcando quanto accaduto («Ho chiesto di intervenire perché la situazione stava degenerando, ma di brutto. Sia quando hanno chiuso la biglietteria sia perché non si sapeva quando sarebbe ripresa la normale funzionalità, quando partivano i pacchi e non le persone e soprattutto quando hanno detto che non rimborsavano il biglietto ma ti davano una sorta di “buono”. La cosa che più mi colpisce è che i malcapitati – tanti – io soprattutto veniamo considerati isterici o sabotatori»), infine provando a spiegare il motivo dello sfogo social di qualche giorno prima: «È più comodo metterla in politica, quelli buoni e quelli cattivi. Che sia stato un problema di calo di tensione elettrico lo abbiamo saputo anche noi, dopo un bel po’ come ho già scritto. Può succedere un disguido tecnico. Io sono convinta che quella mattinata è stata gestita davvero male, ma proprio male, e che sarebbe bastato scusarsi e fare in modo che qualcuno dei responsabili scendesse a valle e non lasciare agli ausiliari e personale della biglietteria il compito di trovare il modo per placare la rabbia. Proprio per gli sforzi che si stanno facendo per rianimare una valle. Proprio perché abbiamo bisogno che le persone ritornino. Se invece serve il capro espiatorio soprattutto dell’altra parte politica, accomodiamoci pure. Intanto tra un fatto e l’altro, speriamo di darci una mano a trovare le risorse per ammodernare gli impianti». Francamente, è difficile darle torto…