La psicosi meningite sta mettendo in ginocchio il turismo del Sebino
Prenotazioni disdette negli alberghi e nei b&b, ristoranti semivuoti. «Il volume di affari è calato del venti, trenta per cento»
Sebbene Ats e Regione stiano facendo un gran lavoro per tentare di ridurre al minimo sia i rischi che l'allarmismo, i recenti casi di meningite nel Sebino hanno scatenato una vera e propria psicosi (lo raccontiamo sul numero del settimanale PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 16 gennaio). Dopo che, nei primi giorni, gli ambulatori straordinari attivati dalle autorità nei Comuni vicini al lago d'Iseo sono stati presi d'assalto e che in città e diversi Comuni dell'hinterland le farmacie sono state prese d'assalto per l'acquisto dei vaccini, arrivano ora, purtroppo, anche le prime ripercussioni del caso sull'economia locale.
Il sindaco di Sarnico, Giorgio Bertazzoli, ha infatti lanciato l'allarme: le attività commerciali stanno subendo pesanti contraccolpi, con prenotazioni annullate in alberghi e b&b della zona e ristoranti e locali «semivuoti». Del resto, i cinque casi di meningite (di cui quattro riconducibili a un’infezione da meningocco C) riscontrati tra dicembre e inizio gennaio tra Villongo, Predore e Castelli Calepio, che hanno causato anche due tragiche morti, hanno fatto il giro d'Italia, scatenando la paura tra la gente.
Bertazzoli però, supportato anche dall'assessore regionale Gallera, sottolinea come non ci sia alcuna epidemia in corso e, soprattutto, come la pronta reazione delle Ats di Bergamo e Brescia abbia aiutato a contenere immediatamente l'infezione, con circa quindicimila persone che sono già state vaccinate.
Il sito d'informazione locale Bergamonews, però, riporta anche le testimonianze preoccupate di diversi operatori commerciali del Sebino bergamasco: un albergatore di Sarnico, ad esempio, spiega che «da qualche giorno non sentiamo più squillare il telefono. Avevamo in programma due meeting da trenta persone ciascuno, entrambi disdetti. Venerdì avevamo un tavolo prenotato per pranzo, nessuno si è presentato né tanto meno ha pensato di avvisarci»; Antonio Agovino invece, del ristorante L’Approdo di Paratico (Comune bresciano confinante con Sarnico) dà dei numeri più precisi: «Abbiamo avuto il cinquanta per cento delle prenotazioni disdette». Più o meno stesso calo lo ha riscontrato anche Roberto Marzuillo, titolare del ristorante Il Chiostro di Sarnico: «Il nostro volume di affari è calato del 20-30 per cento». Anche se poi aggiunge che «dopo le feste un piccolo calo è anche fisiologico».