Meno male che papà è pensionato. Giovani a rischio povertà
L’Istat ha fotografato lo stato economico delle famiglie italiane da cui si deduce che se in casa non ci fosse almeno un pensionato, sarebbero parecchie le famiglie italiane a essere esposte al rischio di povertà. Da questi dati emerge che una famiglia su tre vive di pensione. «E sono proprio i giovani - afferma Augusta Passera, segretaria generale dello Spi-Cgil di Bergamo - che vengono salvati dal baratro della povertà, grazie all’aiuto di uno o due pensionati in famiglia. Perché ci sono giovani che durante la crisi hanno perso il lavoro o perché non riescono a trovarlo e quelli che ce l’hanno percepiscono uno stipendio da 8-900 euro al mese». Da quando c’è la crisi i pensionati sono ritenute persone che godono di una enorme fortuna perché si possono permettere una mensilità sicura. Ma è altrettanto vero, però, che sono arrivati all’obiettivo dopo aver versato 40 anni di contributi durante la loro vita lavorativa.
A Bergamo i pensionati sono il 24,87% del totale della popolazione. Di questi il 64% percepisce assegni superiori a 1.000 euro al mese, il 41% gode di assegni superiori a 1.500 euro al mese, il 35% vive con meno di 1.000 euro al mese e il 10% addirittura con meno di 500 euro al mese. Solo 59 pensionati su 100 vivono in coppia; 41 su 100 vivono da soli.
«Alla luce dei dati sopraccitati - conclude la segretaria della Spi-Cgil -, che mettono in ogni caso la nostra provincia in una buona posizione su scala nazionale, va detto che se è pur vero che la posizione dei pensionati ha ‘tenuto’ durante la crisi perché l’impoverimento ha riguardato più gli attivi e i giovani in particolare, il livello di vulnerabilità con il crescere dell'età rimane, tuttavia, alto. Così come l’andamento demografico e le strutture familiari pongono più di un problema. Difficile in queste condizioni decidere di avere figli quando si fatica a sopravvivere da soli e si ha bisogno dell’aiuto del genitore pensionato».