«Giorno feriale, locale pieno e concerto gratuito. Ma pochissimi lo guardano»
Lo sfogo di uno dei soci che gestiscono il locale, Franz Barcella, su Facebook: «Anche se pochi in numero, ogni singola persona interessata e felice dopo uno di questi concerti fa tutta la differenza del mondo»
Il mercoledì non c’è in giro molto da fare, in città. La musica dal vivo comincia a carburare più che altro il giovedì, quando la settimana ha già scollinato in direzione fine settimana. L’Edonè, però, propone concerti gratuiti sempre, o quasi, di mercoledì. Nel locale c’è tanta gente, ma pochissimi si interessano al palchetto. È successo così anche ieri, 15 gennaio. E uno dei soci che gestiscono il locale, Franz Barcella, ha postato su Facebook questa interessante riflessione:
Giorno feriale, concerto gratuito. Non importa quanto pieno sia il locale: la percentuale di persone interessate al concerto è sempre meno del 20%, se va bene. Ancor meno in genere sono le persone che supportano il gruppo comprando un disco, o seguendolo poi con costanza su social o servizi digitali. È una realtà che spesso ritenevo triste, a volte frustrante. «Avessi avuto io questi concerti gratuiti vicino a casa quand'ero ragazzino, sarei impazzito di gioia». Alcuni sostengono che la proposta spesso non sia interessante, o non di livello, e che quindi la risposta ne sia lo specchio. Ci può stare. Altri che se ci fosse un biglietto, anche irrisorio, la gente darebbe più valore al contenuto proposto. Molto probabile, ma è difficile e sanguinosa la controprova perché gli interessi spesso sono altri, e comunque condivisibili (cibo, vacanze, alcool, droga...). Non puoi incolpare qualcuno di non aver la tua stessa passione. Si può cercare di instillarla, ma non forzarla. Tuttavia, a volte l'interesse nella musica indipendente sembra così irrisorio da convincerti a lasciar perdere, che non ne vale la pena. Ma che tristi le settimane senza un bel concerto. E anche se pochi in numero, ogni singola persona interessata e felice dopo uno di questi concerti fa tutta la differenza del mondo. E con questo post vorrei tanto ringraziarle, perché patrimonio da proteggere e coltivare. E organizzare un concertino e poter contare su questi 5-10-15 aficionados che fan sacrifici per esserci, alla fine è sempre una vittoria. Semplicemente, mi piacerebbe poter fare di più.
Tanti i commenti al post. Giovanni Bianchi sostiene che «Il mondo nel quale siamo cresciuti (quello della passione per il rock’n’roll) è finito. Gli ultimi anni hanno visto una accelerazione impressionante di questa fine. Chi è giovane ascolta (male e distrattamente) altro. È come se la musica non fosse più un linguaggio identitario. Rimangono pochissime eccezioni, che per quanto eccellenti (scusa il gioco di parole), sono sempre più residuali». Per noi che ogni giorno, sul nostro sito, mettiamo un articolo intitolato “Che cosa fare stasera a Bergamo e provincia”, e non solo per noi, la musica dal vivo è un punto fermo. Il cuore degli eventi di una città. Ma forse anche noi siamo delle eccezioni (non particolarmente eccellenti, però, eheh).