Strade chiuse in ingresso a Mozzo, ora monta la protesta dei commercianti
Prorogata la fine del cantiere e anche il divieto di accesso ai non residenti. Il presidente Pirola: «Era necessario arrivare a questi estremi? Tante saracinesche chiuse, ci sentiamo messi da parte»
di Dino Ubiali
Le proroghe dei divieti di ingresso in Mozzo a causa dei lavori di ampliamento della Dalmine-Villa non fanno la felicità dei commercianti del paese, che hanno manifestato diverse criticità sul tema. Questo nonostante le dichiarazioni di settimana scorsa da parte del comandante della polizia locale Genny Morabito: «... segnalando alla società appaltatrice e alla Provincia di Bergamo che la chiusura dello svincolo comporta numerosi disagi al traffico di Mozzo, pertanto è stato chiesto che i lavori si svolgano nel più breve tempo possibile, anticipando la data di riapertura del tratto stradale in questione». Il termine lavori è stato infatti prorogato al 17 marzo, ma il Comune ha esteso il divieto fino al 21 febbraio.
Abbiamo incontrato il presidente della commissione commercio, Gianluca Pirola, che parte da più lontano, per fare un discorso più complessivo, articolato sullo stato del commercio in paese, che i provvedimenti di limitazione del traffico in entrata negli orari di punta - da un certo punto di vista - aggravano ulteriormente. «Abbiamo incontrato durante la riunione della commissione l'assessore al commercio Eddy Locati, il comandante della Polizia locale Genny Morabito e la signora Stefania Pendezza del Distretto del commercio dei Colli». Durante l’incontro è stato illustrato e analizzato il ruolo del Distretto, atto a promuovere eventi e iniziative nel territorio, creando sinergie nei vari comuni aderenti. «È di notevole importanza, oggi più che mai - insiste Pirola - valorizzare e sostenere il commercio di vicinato, soprattutto in questo particolare momento dove più che mai stiamo assistendo a una inevitabile desertificazione commerciale. Chiunque si sarà accorto, passeggiando per Mozzo, che molte sono le attività commerciali chiuse. Solo nelle vicinanze di piazza Trieste se ne contano già cinque. Quello che si constata è la mancanza di rinnovamento generazionale, oltre che la necessità di sviluppare nuove azioni che possano riqualificare e riattivare gli esercizi commerciali di vicinato».
Secondo il presidente «va sostenuto anche dall’azione di un'amministrazione che dialoghi con i commercianti e che dimostri con le sue azioni di avere a cuore il loro futuro. Le attività in esercizio sono invece oggi abbandonate a loro stesse e considerate solo come una fonte di entrata». Il presidente prende esempio dai comuni confinanti, che stanno intraprendendo azioni per ridurre o addirittura esentare per alcuni anni la tassa sui rifiuti, l'Imu, la tassa pubblicitaria, oppure l’occupazione del suolo pubblico. «I commercianti sono un'enorme risorsa per il nostro territorio, troppe volte si sono sentiti messi da parte. Bisogna ascoltare le loro problematiche, coinvolgendoli in alcune decisioni senza considerarli pretestuosi e incontentabili». Ed è qui che il presidente accentua la sua riflessione sull’ultimo episodio, la chiusura delle vie Piatti e Verdi ai non residenti nelle ore di punta, in entrata nel paese per i veicoli provenienti da Bergamo, che ha riguardato il periodo natalizio. «Dopo le numerose proteste dei commercianti e non solo è stato sospeso fino al 6 gennaio, anche in ragione del fatto che era stato istituito dall'oggi al domani, senza campagna informativa».