Il nuovo Presidente degli studenti (ovvero, il mio compagno di banco)
Daniele Pinotti frequenta il quarto anno dell'Istituto Aeronautico Antonio Locatelli di Bergamo ed è il nuovo presidente della Consulta provinciale studentesca orobica, eletto una manciata di giorni fa. Un ruolo bello e importante, per un ragazzo della sua età, che - ci dicono - pare destinato a fare cose grandi. Abbiamo lasciato che ce lo raccontasse una persona a lui molto vicina. Ovvero, il suo compagno di banco.
Bizzarra la vita ogni tanto. Il giorno prima sei seduto accanto al tuo compagno a parlare di come fare passare il tempo mentre la professoressa interroga qualcuno e il giorno seguente scopri che sarà proprio lo stesso compagno ad essere il tuo rappresentante davanti alle istituzioni e a tutti gli altri studenti bergamaschi.
Bizzarro ma non così inaspettato da un tipo come Daniele che, con un misto di arte oratoria, savoir-faire e conoscenza in ambito politico, riesce ogni volta a tenere incollata la professoressa di latino alle discussioni di politica e attualità (premesso: la nostra prof è tutto il contrario di una perditempo). Un piccolo Cicerone dei giorni nostri che va avanti a pane e Senato. Non si accontenta della carica di vicepresidente della Consulta al suo primo anno di presenza alla stessa ma si rimbocca le maniche e in soli due anni arriva a quello che per lui si prospetta solo come il primo gradino di una scalata che lo vede già pronto a presentarsi in consiglio provinciale nelle vesti di portavoce degli studenti.
Alcune peculiarità che non sfuggono a chi lo conosce bene, oltre alla grande capacita dialogica, sono il suo amore spropositato per tutto ciò che concerne l’ambito politico, il suo grande interesse per gli aerei (da qui la scelta della scuola, l’Istituto Aeronautico) e la sua voglia di essere sempre aggiornato sull’attualità. Una passione grande a tal punto da sostituire, nel corso della sua infanzia, la visione dei cartoni animati il pomeriggio con la lettura dei giornali delle varie testate.
La notizia del suo nuovo incarico, anche se già nell’aria, è arrivata – fulminea – nella nostra classe la mattina stessa dell’elezione: l’unanimità dei 120 rappresentanti delle scuole pubbliche e paritarie aveva votato il mio compagno come proprio presidente. Ma la vera festa è stata il lunedì successivo quando, rientrato a scuola dopo i due giorni di riunioni e il weekend, ha fatto la sua entrata trionfale stringendo mani a destra e sinistra, riempito di complimenti dai suoi compagni e dai professori. Sul viso, un sorriso fiero, contenuto e formale, come si addice ad un vero parlamentare. Senza ombra di dubbio un bel traguardo per un ragazzo di 17 anni che si è sempre distinto anche in ambito scolastico nonostante i suoi numerosi impegni extra.
Da buon presidente, è già super agguerrito e ha già bene in mente i propri obiettivi dentro il CPS (la Consulta Provinciale Studentesca) e ciò fa ben sperare. Infatti ha precisato di voler «portare i problemi degli studenti in faccia alle istituzioni», mantenendo comunque un bel rapporto con le stesse, cogliendo così appieno quelle che sono le finalità di quest’organo.
Grandi intenti che mi fanno quasi dimenticare di stare parlando della stessa persona che ogni giorno siede nella sedia accanto alla mia e spettegola con me a bassa voce sul da farsi. Senza ombra di dubbio posso affermare che non avrei potuto scegliere nessun altro per ricoprire meglio quest’incarico, considerate la sua parlantina sciolta e la sua voglia di fare e di mettersi in gioco. Ma anche la sua capacità di ammettere gli errori e, un attimo dopo, di andare oltre e fare meglio. E poi, avere un compagno di classe che si è guadagnato un obiettivo così arduo non è cosa da tutti i giorni, e ti fa capire di stare crescendo e ti dà la forza di buttarti anche tu in qualcosa che sia comunque un traguardo. E anche, essere così vicino alla persona che ti rappresenterà poi a livello istituzionale ti fa comprendere davvero quelle che possono essere le vere difficoltà di ricoprire questa carica (che comunque va a sommarsi all’impegno scolastico) e quelle che potrebbero essere per impegni politici ancora più rilevanti; per certo sai che, avendo alle spalle la fiducia di tutti i consultini e anche il sostegno dei compagni di scuola, avrà un buon incentivo a svolgere per il meglio il suo incarico.