Storie di bergamaschi evasori, tipo quelli che risiedono in Portogallo ma son sempre qua
Il caso delle pompe funebri che non denunciano i funerali o quello dei tanti che dicono di essersi trasferiti all'estero ma il portinaio li vede uscire e rientrare a casa, a Bergamo, ogni giorno
Vignetta in copertina di Luca Nosari
Ci sono le agenzie di pompe funebri che non denunciano i funerali di cui si occupano (non facciamo ironia sul “nero”, per favore). Ci sono cittadini che dichiarano di essersi trasferiti in Paesi dell’Est Europa o in Portogallo, ma in realtà il portinaio del loro condominio li vede entrare e uscire ogni giorno da casa a Bergamo. C’è chi non è in grado di applicare le norme in modo adeguato. Chi dichiara inagibili immobili che non lo sono. Chi invece semplicemente dichiara di affittare casa a canone agevolato e chiede ai propri inquilini cifre superiori. Sono solo alcuni dei casi che il vicesindaco di Bergamo Sergio Gandi ha sciorinato durante un convegno organizzato da Cgil Lombardia pochi giorni fa sul tema della lotta all’evasione fiscale. Bergamo è infatti una delle città più virtuose da questo punto di vista in Italia: con quasi cinque milioni di euro, frutto dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate, Bergamo è il quarto Comune italiano per cifra recuperata e primo capoluogo italiano per quota pro capite, poco meno di 40 euro.
Le cifre che emergono sono impressionanti: in questi ultimi anni Palazzo Frizzoni ha accertato quasi cinque milioni di evasione sulle imposte statali, quasi dodici sull’Imu e altri 5,5 di mancato pagamento della Tari. Ma se sul tema Tari c’è poco di cui preoccuparsi, visto che Bergamo ha un tasso di evasione intorno al cinque per cento, in linea con la media lombarda, ma ad anni luce dal resto d’Italia (con tassi d’evasione pazzeschi soprattutto a Roma o al Sud, oltre il 50 per cento!), il tema Imu è particolarmente interessante e merita un approfondimento.
Nel mare magnum degli accertamenti non ci sono gli enti cosiddetti “non commerciali”, come ospedali, scuole cattoliche, ecc: queste si sono viste riconoscere l’esenzione grazie a sentenze della Cassazione e - ancora per un po’ - sono al riparo dal pagamento dell’Imu. Ma spiccano dati come l’accertamento che il Comune ha dovuto muovere ad Aler per l’errata interpretazione di una norma cambiata di continuo e che ha portato sui tavoli dell’Agenzia Lombarda per l’Edilizia Residenziale una cartella da 1,3 milioni di euro. Che dire poi dei controlli che hanno fatto emergere irregolarità nel versamento dell’Imu di un imprenditore bergamasco, che si è visto richiedere ben 900 mila euro di arretrato per aree che detiene in città...