Il fenomeno Podemos (ora primo partito della Spagna)
Si chiama Podemos (riproposizione spagnola del “Yes we can” obamiano), ed è, stando ai sondaggi, il primo partito in Spagna. A livello di struttura politica è recentissimo, ma ha già conquistato il teorico favore del 27,7 percento dell’elettorato spagnolo, aumentando di quasi 20 punti il risultato ottenuto alle elezioni europee di maggio, nelle quali, con un ottimo 8 percento, si è assicurato 5 poltrone a Bruxelles.
L’origine di Podemos. Le radici di Podemos affondano nei famosi Indignados, il movimento di protesta nei confronti del governo che a partire dal 2011 ha travolto la Spagna: le lamentele nei confronti della crisi economica, della partitocrazia e della sua casta, e in particolare della corruzione (fenomeno diffusissimo dalle parti di Madrid) ha spinto i tanti manifestanti a riunirsi in una vera e propria istituzione rappresentativa, che, come detto, sta avendo un’impressionante ascesa.
Da un certo punto di vista, Podemos potrebbe essere paragonato al Movimento 5 Stelle nostrano, per l’impeto di protesta e la volontà di rifondazione del mondo politico ed economico; ma, al contrario dei pentastellati, Podemos si colloca in una frangia ben precisa della storia politica, ovvero quella della sinistra radicale, per molti addirittura quella propriamente comunista.
Inoltre, dietro Podemos, c’è un apparato organizzativo, intellettuale e mediatico decisamente ben strutturato: perché, se è vero che tutto ha preso le mosse dalle proteste degli Indignados, è altrettanto vero che non ci si è accontentati semplicemente di dare un connotato formale a questo movimento, ma è stato avviato un progetto studiato a tavolino da professori universitari di scienze politiche di Madrid, che prima hanno fondato un think tank, capace di coinvolgere nientemeno che il governo venezuelano di Hugo Chávez, e che viene caldeggiato oggi dal presidente della Bolivia, il progressista Evo Morales, secondo cui «Podemos è la speranza per i nostri fratelli spagnoli».
A livello mediatico, l’organizzazione è altrettanto ottimale: i membri di Podemos compaiono in televisione e si presentano sui social network come soggetti molto preparati, consci di ciò che fanno e dicono, e con le idee chiare sul progetto politico che intendono porre in essere: si tratta di cambiamenti tipici di una politica strettamente di sinistra, come il reddito minimo garantito, la nazionalizzazione delle imprese più strategiche oggi privatizzate, e una democratizzazione dell’economia per controllare l’audit del debito pubblico.
Chi è il numero uno (contro la corruzione). Il numero uno di Podemos è Pablo Iglesias (sopra, nella foto, ndr), 36enne figlio un’avvocatessa e di un docente di storia. Da sempre comunista e no global, è descritto come un uomo dal grande carisma, colto, preparato e molto curato. Il grande merito di Iglesias è stato quello di trovare la breccia giusta per penetrare negli animi dei moltissimi spagnoli delusi dalla politica degli ultimi anni: la lotta alla corruzione. Gli ultimi dati, raccolti dall’agenzia Europa Press, parlano di ben 1.900 indagati all’interno dell’amministrazione spagnola, da ex vice-premier (uno popolare, l’altro socialista ) alla sorella del re Cristina de Borbón, in un sistema che vede pendenti già ben 130 cause per tangenti. Una corruzione trasversale, che riguarda soprattutto popolari e socialisti, ma anche i nazionalisti catalani e persino i sindacati maggioritari, il socialista Ugt ed il comunista Comisiones Obreras. Tutti quelli che Podemos, sintetizzando, battezza come “casta”.
E i sondaggi volano. Così, Podemos è dato, ad oggi, come il primo partito spagnolo, con il 27,7 percento dei consensi contro il 20,7 del Partito popolare, attualmente al governo, e il 26,2 del Psoe, il partito socialista. E se si considera che nel 2011, alle elezioni nazionali, il Pp aveva ottenuto un incredibile 44,6 percento e che il Psoe è in costante calo di punti, si capisce come Podemos stia raccogliendo elettori provenienti da ogni parte politica, forte della sua posizione di partito rinnovatore, fuori dalle logiche e dai meccanismi del vigente sistema, e dalla parte dei bisogni dei cittadini. Nel 2015, con la nuova tornata elettorale nazionale, si potrebbero avere notevoli e inaspettate sorprese per quanto riguarda la leadership della Spagna.