la polemica

Gori nel mirino di "Bergamo in comune": «Minimizza il Coronavirus»

Gori nel mirino di "Bergamo in comune": «Minimizza il Coronavirus»
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Da una parte le associazioni dei commercianti che spingono per avere gente nei negozi, proposta avallata anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Dall’altra le autorità sanitarie regionali che frenano chiedendo ai cittadini lombardi di modificare le loro abitudini con l’invito rivolto soprattutto agli over 65 di rimanere in casa. Questa contraddizione viene evidenziata da un intervento di Francesco Macario, portavoce di “Bergamo in comune” che sottolinea come dopo l’appello di Gori ad andare questo weekend a fare spese in centro a Bergamo ora segue l’appello agli over 65: “State in casa”. «La schizofrenia dei governanti non ha limiti!». Con circa 9 mila persone in sorveglianza diretta l’assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera ha evidenziato la necessità di avere un aiuto dai comuni per monitorare queste persone, che sono state a contatto diretto con pazienti positivi e devono restare in isolamento: «Gli over 65 rallentino il più possibile gli scambi di socializzazione - l’appello di Gallera -. È molto importante. Oggi lunedì 2 marzo è già organizzato una riunione in teleconferenza con i sindaci per assistere queste persone. Se queste persone si muoveranno poco, potrà essere risolutivo non solo per loro».

Francesco Macario

«Gori – scrive in un comunicato "Bergamo in comune" - va a mangiare, con consorte, da Mimmo in Città Alta per dimostrare che il coronavirus è una facezia. Ha detto che è una tradizione dei bergamaschi. Ma non si rende nemmeno conto che una buona parte dei bergamaschi, visti i prezzi di Città Alta, la cena da Mimmo non se la può proprio più permettere. Se questo è la sua attinenza alla realtà mi domando se fidarmi quando dice che col coronavirus non c’è problema. Che poi abbia autorizzato Atb per il biglietto giornaliero sabato e domenica perché tutti siano facilitati nell’andare a fare spese in centro, è niente più che una regalia ai commercianti, con una buona dose di irresponsabilità e di presa in giro. Perché prolungare di una settimana la zona gialla e al contempo voler incentivare la ressa sugli autubus e nei negozi del centro costituisce una sfida assolutamente demenziale al principio di non contraddizione, non fosse che comunque la maggior parte dei bergamaschi soldi da buttar via nei negozi di lusso non ne ha proprio. Il sospetto però che chi guida la nostra città sia fuori dal mondo sta diventando ormai certezza”.

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