Fu segretario del vescovo Gaddi

È morto monsignor Tarcisio Ferrari, parroco storico di Pignolo

È morto monsignor Tarcisio Ferrari, parroco storico di Pignolo
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Lo storico parroco di Pignolo, monsignor Tarcisio Ferrari, è morto oggi pomeriggio, venerdì 6 marzo, all'età di 85 anni. Don Tarcisio, come lo chiamavano tutti, era stato per molti anni il segretario particolare del vescovo Clemente Gaddi. Pochi minuti prima delle 16 le campane di Sant'Alessandro della Croce e di Santo Spirito hanno suonato a lutto.

Se ne è andato monsignor Tarcisio, per decenni parroco di Sant’Alessandro della Croce, cioè della parrocchia di Pignolo. Don Tarcisio è morto questo pomeriggio all’ospedale di Piario, sembra a causa di una polmonite, non si sa se provocata dal virus dell’influenza o dal coronavirus oppure da altro. Avrebbe compiuto ottantacinque anni a settembre.

Per quattordici anni, dal 1963 al 1977, era stato il fedele segretario dell’arcivescovo Clemente Gaddi che aveva guidato la diocesi di Bergamo negli anni del Concilio e del post Concilio. Dopo il lungo periodo da segretario, era stato destinato in Pignolo: prendeva il posto di don Dario Nicoli, a sua volta destinato a Martinengo. In Pignolo aveva portato avanti la sua pastorale dando il meglio di sé nei rapporti diretti con le persone, dall’altro attraverso una sensibilità artistica che si manifestava con l’attenzione al restauro e recupero delle opere d’arte, di cui la parrocchia è ricchissima, e con l’ospitalità che dava a iniziative musicali.

Don Tarcisio non era uomo di grandi parole, non era un affabulatore, ma era una persona schietta che non amava le ipocrisie. Aveva aiutato tanti bisognosi, anche quando questo significava incrinare l’equilibrio economico della parrocchia. Per questo, quando se ne è andato per raggiunti limiti di età, dieci anni orsono, sono tanti i parrocchiani che lo hanno salutato con amicizia. Gli stessi tanti parrocchiani che ora sono tristi per la sua morte. Basta dare un’occhiata alla pagina Facebook “Pignolo nel cuore”.

Don Tarcisio era un uomo della montagna, veniva da Dorga, in comune di Castione della Presolana, e a Dorga era tornato dopo aver lasciato il ruolo di prevosto di Pignolo. Era cresciuto con il vescovo Gaddi, aveva seguito da vicino gli anni del Concilio. Ed era un prete conciliare che voleva un forte e concreto rinnovamento ecclesiale, anche per quanto riguarda il mondo dei preti, la disciplina clericale, che don Tarcisio considerava da riformare al più presto, pena una crisi ancora più profonda della Chiesa.

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