la tragedia di un paese

Nembro con il cuore a pezzi per Cristina Marcassoli, «rapita da questo virus»

Da anni dipendente comunale nell'ufficio anagrafe, era una figura di riferimento per tutti i nembresi. Teresa Bertocchi: «Era mia amica. Una donna buona, brava e intelligente». Cancelli: «Sono devastato. Non si può andare avanti così»

Nembro con il cuore a pezzi per Cristina Marcassoli, «rapita da questo virus»
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di Elena Conti 

Una popolazione duramente colpita, chiusa nelle proprie case a piangere i suoi morti. Ogni giorno sono sempre di più i nomi delle persone cadute sotto i colpi del terribile Coronavirus, che talvolta non lascia scampo. Tra le vittime c’è anche Cristina Marcassoli, da anni dipendente comunale nell’ufficio anagrafe, figura di riferimento per tutti i nembresi. Quest’anno avrebbe compiuto 60 anni e da tempo in Comune ci si stava organizzando per farle festa in vista del suo pensionamento. La notizia della sua scomparsa, avvenuta nelle prime ore di domenica scorsa, ha lasciato il paese sgomento.

«Era una mia amica - racconta commossa al telefono Teresa Bertocchi, custode del Comune -, la conosceva già prima di lavorare qui, abitavamo entrambe in via Vittoria. Poi ci siamo ritrovate quanto abbiamo cominciato a lavorare per il Comune. Una donna buona, brava e intelligente, sempre pronta a dare consigli. Quando mi hanno riferito della sua morte, io non capivo più niente. Mi ricordo che parlavamo insieme della sua festa per la pensione, le avevo detto che avremmo festeggiato con pane, salame e buon vino. Andava d’accordo con tutti, l’ho sempre ammirata per la sua bravura nel lavoro e per le sue qualità come persona. Mi dispiace così tanto». «Ho perso un’amica e una collega - scrive Manuela Seno sui social -, una persona squisita, che mi ha riempito il cuore di cose belle, di risate e sorrisi. Se n’è andata così da un giorno all'altro senza darmi la possibilità di salutarla, senza poterla abbracciare almeno per un’ultima volta».

«Sono devastato - dice a fil di voce un abbattuto Claudio Cancelli, sindaco di Nembro -, Cristina era una persona benvoluta da tutti, competente e responsabile. Conosciuta da tutti i cittadini, primo punto di riferimento per chi si recava in Comune. Ho parlato con sua sorella, mi ha detto che quando venerdì scorso hanno chiamato il 112 Cristina era preoccupata, diceva che avrebbe dovuto essere reperibile per il Comune e non avrebbe potuto permettersi un ricovero. E fino a giovedì era in servizio. Questo dice molto sulla serietà e l’impegno di Cristina per la comunità nembrese. Dopo il ricovero i familiari non l’hanno più sentita, nessuno poteva andarla a trovare. Hanno avvisato della sua morte al telefono. È una cosa tremenda e sta succedendo a molte nostre famiglie. Non si può andare avanti così. Ci sono alcune persone che sembra vengano rapite da questo virus, portate via. Ed è impossibile rivederle».

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