Lo sfogo del sindaco di Azzano: l'ignoranza dei ragazzi che prendono in giro i vigili
Impegnato anche come vicepresidente Anci Lombardia, Lucio De Luca si è detto deluso da alcuni comportamenti dei suoi concittadini. «Mandato a quel paese da chi voleva un permesso per andare all'Auchan perché i negozi di qui a lui non piacevano». E quelli del bianchino al bar...
di Laura Ceresoli
«Il Coronavirus è solo una delle cause che ci hanno portato a questo dramma. La vera causa è l'ignoranza e l'arroganza. Purtroppo contro quelle non c'è cura e anche in questi giorni fanno sprecare inutilmente molte energie a chi sta cercando di fare qualcosa per aiutare il proprio paese». Quelle pronunciate da Lucio De Luca sono le parole amare di un sindaco preoccupato per l'emergenza Coronavirus, ma anche deluso dall'atteggiamento critico di alcuni cittadini che non sembrano apprezzare appieno gli sforzi che l'amministrazione e le forze dell'ordine stanno mettendo in campo in questo momento delicato. Eppure il primo cittadino da settimane sta trascorrendo le giornate in ufficio in municipio, sabati e domenica comprese, dalle 8 alle 20, sempre collegato con gli enti impegnati nella crisi. Si coordina con Anci Lombardia, associazione della quale De Luca è vicepresidente, e che rappresenta i Comuni lombardi. Con quasi 1.500 sindaci della Regione e con i sindaci della zona rossa di Codogno, collabora quotidianamente con l'unità di crisi della Regione Lombardia, con i Ministeri, lavora sui testi delle ordinanze e dei decreti sui quali effettua osservazioni e propone modifiche o integrazioni. Intanto nel Comune di Azzano si sta lavorando con meno di un terzo del personale.
«La polizia locale sta facendo egregiamente il suo lavoro con grande senso del dovere - ha dichiarato De Luca in un lungo sfogo sulla pagina “Sei di Azzano San Paolo se...” -. E non sono immuni perché portano una divisa, rischiano la propria vita usando i pochi strumenti a nostra disposizione. La polizia locale effettua i fermi, verifica i negozi, si coordina con carabinieri e protezione civile, interpreta i decreti, scrive le ordinanze, risponde a dubbi e timori di cittadini e imprese. Qualche giorno fa sono persino dovuti tornare due volte al parco per mandar via quel gruppo di ragazzini idioti che oltretutto li prendevano in giro sul fatto che erano a un metro di distanza tra di loro o che comunque loro non prendevano il virus. Quando i bar erano aperti, c'erano capannelli di persone sopra i 50 anni a meno di un metro tra loro che bevevano amabilmente il loro bianchino mentre criticavano tutti e illustravano la loro miracolosa ricetta per risolvere l'emergenza e sconfiggere il virus in tre giorni. Anche in quel caso la polizia locale è intervenuta per convincere i nostri salvatori a continuare la conversazione in modi più sicuri, come tenendo le distanze o restando a casa e telefonandosi. Io mi sono sentito mandare a quel paese da chi voleva a tutti i costi un permesso per andare a fare la spesa all'Auchan perché i negozi di Azzano a lui non piacevano. E vogliamo parlare delle centinaia di persone che solo qualche giorno fa si ammassavano nei parchi nonostante da tempo si invocasse di non fare assembramenti? Ci hanno costretti a chiudere i parchi. Oppure di chi scavalca le recinzioni dei parchi per andare a fare il suo allenamento costringendo la locale a lasciare il proprio lavoro più importante per inseguirlo? La maggior parte della gente vive questa situazione attraverso i media e non immagina realmente cosa stia succedendo e cosa significhi gestirla».