L'addio a don Piero Paganessi, giovedì avrebbe festeggiato 40 anni a Comonte
Curato della zona dal 1980 e collaboratore pastorale, è mancato nella sua casa mercoledì. Don Mario: «Di animo buono e premuroso, vicino agli anziani». Il sostegno all'orfanotrofio di Allipalli in India: «Ciò che aveva lo donava ai poveri»
di Federico Rota
Una persona pia, sempre pronta ad ascoltare e attento ai bisogni degli altri, soprattutto dei più fragili. Un uomo d’altri tempi, affabile. È il ricordo affettuoso che la comunità di Comonte ha di don Piero Paganessi, curato della zona dal 1980 e collaboratore pastorale, scomparso nella sua abitazione mercoledì 18 marzo. Don Piero, nato il 9 maggio del 1940 a Vertova, è stato ordinato sacerdote il 23 maggio 1964. Prima dell’arrivo a Seriate insieme alla sua famiglia, è stato vicario parrocchiale ad Almè (dal 1964 al 1969), ad Alzano Maggiore (dal 1969 al 1976), e a Gorlago (dal 1976 al 1980). Giovedì, nel giorno della festa di San Giuseppe, avrebbe festeggiato i 40 anni dell’arrivo a Comonte.
«Era di animo buono e premuroso. Si preoccupava in modo particolare di stare vicino agli anziani, agli ammalati della zona e alle persone in difficoltà - lo ricorda così il parroco di Seriate don Mario Carminati -. Purtroppo ci stanno lasciando le figure storiche per la nostra comunità. Vista l’età, era per certi versi un po’ il nonno dei curati che bonariamente scherzavano con lui. Teneva molto alle tradizioni, che oggi si scontrano a volte con una realtà profondamente cambiata. Era anche molto vicino al Centro famiglia».
Don Piero insieme a padre Maria Joji Rai
Durante le celebrazioni dei suoi 45 anni di sacerdozio
Don Piero ha profuso il suo impegno non soltanto nell'attività sacerdotale, era anche cappellano della casa madre delle Suore della Sacra Famiglia di Comonte, ma si è prodigato anche per sostenere economicamente l’orfanotrofio di Allipalli, in India, in cui opera l’associazione Operatori di pace Allipalli e le sue Sorelle. «Ci ha lasciato un grande uomo, porteremo avanti la Missione nel suo ricordo - sottolinea Ottavio Assolari, consigliere dell’associazione -. Solo 15 giorni fa ho incontrato don Piero per progettare le attività future. Aveva un amore e una passione senza pari e tutto ciò che aveva lo donava ai poveri. Ogni anno si recava personalmente in India insieme al fratello Angelo e grazie al suo impegno come presidente dell’associazione siamo riusciti ad assicurare agli ospiti dell’orfanotrofio l’alimentazione quotidiana, vestiti, assistenza sanitaria di base e una formazione scolastica finalizzata a renderli autonomi. Il suo unico cruccio è stato quello di non essere riuscito a costruire anche un piccolo ospedale da mettere a disposizione dei bambini».