il lutto

Clusone piange Cesare Ferrari, maestro delle arti grafiche e fondatore del Coro Idica

Clusone piange Cesare Ferrari, maestro delle arti grafiche e fondatore del Coro Idica
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Clusone assiste, attonita, ad un’altra dipartita, quella di un’altra colonna della storia dell’altopiano: ieri, domenica 23 marzo, è morto Cesare Ferrari. Cinicamente questo Coronavirus sembra colga le sue vittime fior da fiore. E il nostro giardino se li vede recidere giorno dopo giorno. Con Cesare Ferrari si spegne un immenso patrimonio. Nella sua professione aveva fatto delle arti grafiche il suo lavoro primario. Per anni aveva prodotto con la sua «Grafiche Ferrari» una serie di libri dedicate alla bellezza del territorio bergamasco. Produceva libri in serie. Tutti belli, tutti da leggere in un fiato, tutti da ammirare per la bellezza delle fotografie. Una passione per il territorio che si è tradotta in una rivista - Orobie - che dal 1990 a oggi è diventata un patinato di livello regionale e che nulla ha da invidiare a riviste del calibro di Bell’Italia. La direzione di quell’iniziativa fu affidata al giornalista Paolo Aresi, che con dedizione prese a raccontare la vita delle genti e dei paesi della montagna bergamasca. Poi passata a Pino Capellini e oggi a Paolo Confalonieri.

Ma nell’animo di Cesare Ferrari covava anche un’altra passione, quella del canto. E anche in questo campo l’espressione non poteva essere che popolare, ma di eccellenza. Nel 1957 fondò il Coro Idica. Un coro che ha fatto la storia dei cori nella Bergamasca. Cesare si era affidato alla direzione di un maestro, Kurt Dubiensky, musicista raffinato, sfuggito alle leggi razziali dove a Clusone trovò rifugio. L’idea del Coro a Cesare Ferrari venne la notte del Natale del 1956, quando con alcuni amici girò per le strade della cittadina baradella a cantare le nenie natalizie per allietare la gente. Il coro era divenuto la sua seconda famiglia. E il coro oggi lo piange, perché sa di aver perso qualcosa di più di una guida.


Cesare Ferrari ha accusato qualche problema all’inizio della settimana scorsa. Insieme alla moglie è stato portato a Piario, prima e ad Alzano poi. Ma ieri la sua morte è avvenuta all’ospedale Papa Giovanni. Aveva 83 anni. Lo piangono la moglie Alba e i figli Stefano (che ha ereditato la stessa passione dell’arte grafica) e Marco. Che se ne vada così, in solitudine e nel silenzio, lascia impotenti quanti vorrebbero manifestare tutta la loro partecipazione e restituirgli anche solo un po’ dell’entusiasmo con cui ha affrontato la vita e vissuto le sue esperienze sino alla fine.

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