martirio senza fine

Albino dice addio a Giamba Carrara, pilastro della comunità che suonava il flicorno

Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 19 giugno. Il 14 marzo se ne era andata sua madre, Angelina Signori. Pierino Persico: «Grande in tutti i sensi. Il lavoro per il Comune, come elettricista. Tuttofare per l’oratorio, la tua casa sempre aperta. Ti avevano appena premiato per i 50 anni nella banda». Acquaviva: «Una persona di quelle che ringrazi il cielo per averle conosciute»

Albino dice addio a Giamba Carrara, pilastro della comunità che suonava il flicorno
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di Fabio Gualandris

«Pilastri. Erano tutti pilastri. Li vediamo crollare uno dopo l’altro» scriveva qualche giorno fa un amico in un realistico e amaro post su Facebook. Ad Albino uno di questi pilastri è stato Giambattista Carrara, pietra viva di una comunità che ha amato. La sera del 30 marzo, tra l’incredulità generale, è cominciata a circolare la triste notizia della morte di Giamba, come in molti lo chiamavano. Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 19 giugno. Qualche giorno prima, il 14 marzo, se ne era andata sua madre, Angelina Signori (nonnanina). La conferma al triste commiato arriva poco più tardi via social, quando il figlio Davide scrive: «Ciao papà, non avrei mai immaginato di salutarti così. Sei stato unico in tutto, unico anche nel salutare tutti. Mancherai a tutti. Ti voglio bene».

Abbiano chiesto a Pierino Persico un ricordo del cugino Giamba. Nelle sue parole il ritratto di un uomo buono e generoso, impegnato attivamente, ma in umiltà, nella e per la sua comunità: «Giambattista ci ha lasciati. Non posso lasciarlo andar via dimenticato, senza nemmeno un applauso al suo funerale: un uomo grande in tutti i sensi, in statura e nel cuore, ma insieme piccolo e modesto, attento ai cambiamenti e alle attività del Comune e della società, senza correre dietro alle sirene del momento. Ha lavorato con passione tutta la vita in Comune, come elettricista, era come se fosse suo, soffrendo nel vedere taluni colleghi che tiravano a campare, ma anche per gli errori dell’amministrazione per motivi di bilancio o miopia. Per l’oratorio, la parrocchia, la scuola materna, sempre dietro le quinte, tuttofare a qualsiasi ora. La casa sempre aperta e la sua Anna aggiungeva dei posti a tavola; i suoi nipoti gli facevano brillare gli occhi. Dalla banda era stato appena premiato per i 50 anni di presenza: oltre a essere musicante, gestiva l’organizzazione (Il flicorno baritono o euphonium è stato per tutti questi anni suo compagno di viaggio nel Complesso bandistico di Albino, ndr). Gli sci unico svago, ma con impegno gareggiando con gli Old Star. Ciao Giamba, speriamo di rivederci».

Giambattista con sua madre Angelina

 

Riportiamo alcune tra le centinaia di testimonianze e segni di affetto e vicinanza che si susseguono in queste ore. «Battista, una roccia, un grande papà e un nonno affettuoso. C’eri sempre per tutti» scrive Silvia; per Mino «Chi l’ha conosciuto porterà sempre nel cuore la sua simpatia, la carica umana, la disponibilità. E questi sono valori che sopravvivono. Ci si può credere o meno. Ma Giambattista sopravvive. E questo maledetto virus dovrà rassegnarsi. I nostri cari continueranno a vivere. Come e più di prima». Alma ricorda i famigliari ora nel dolore a la passione di Giamba per gli sci: «La tua vita non si è fermata, continua sulle piste da sci e sulle amate montagne con il tuo Dada, con il tuo Stefano e con i tuoi adorati nipoti dei quali tanto parlavi con orgoglio, con la tua inseparabile Anna con la quale hai veramente condiviso tutto con tanto amore. Il tuo sorriso, la tua disponibilità, la tua bontà e la tua allegria resteranno sempre nel mio cuore. Hai voluto raggiungere la tua cara mamma che non avevi potuto salutare».

La famiglia Acquaviva (Savino Acquaviva è stato fino al gennaio scorso il direttore del complesso Bandistico di Albino) lo ricorda così: «Caro Battista, così non vale, non vale proprio: un vagone di immagini ci scorrono nella mente, decine di anni di musica. Siamo affranti. Questa tua dipartita ci sconvolge, ci mette in ginocchio. Il rispetto che proviamo per te, per la tua onestà, la tua passione per la musica. Passavi dalla sede della banda a studiare e dicevi: le parti si studiano. Sei un grande, sei unico. Non è giusto». Terminiamo con un pensiero di Ottaviano che siamo certi interpreti il sentimento dei molti che hanno percorso con Giambattista un pezzo di strada: «Una persona vera, sincera e di grande spessore umano: di quelle che ringrazi il cielo per averle conosciute».

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