L'Italia che riabilita i campioni sbarca a Londra nella via dei medici
Nel 2002, quando Roberto Baggio si infortunò per l'ennesima volta, l'Isokinetic era già una realtà d'eccellenza italiana. Anche quella volta nessuno si perse d'animo. Raccontano che Baggio passasse tutta la sua giornata al centro di riabilitazione, a Bologna, e insomma nel giro di settantasette giorni tornò a giocare in Serie A sfiorando la convocazione di Nazionale (poi Trapattoni scelse Del Piero, ma questa è un'altra storia). Per molti fu un vero miracolo. Ogni anno all'Isokinetic vedono passare diecimila pazienti. Non tutti sono Baggio, ma moltissimi hanno il morale a terra, le ginocchia andate o la schiena rotta, e pensano che rimettersi in pista sarà davvero un'impresa. I medici sono lì per fargli cambiare idea. Non soltanto perché l'Isokinetic è uno dei centri più all'avanguardia nel campo della riabilitazione medico-sportiva, ma perché adottano la filosofia del dare: dare una speranza a chi non ce l'ha più. Gigi Casiraghi, per dire, subì uno dei più tragici infortuni che la storia del calcio ricordi. Dovettero passare due anni, prima di rivederlo in piedi.
Martedì scorso, 4 novembre, l'Isokinetic ha esportato il suo marchio all'estero. Ha aperto una sede a Londra, all'11 di Harley street, che dall'Ottocento è la via dei medici e dei chirurghi. Il palazzo è il classico palazzo con i mattoncini rossi e le ringhiere in ferro battuto, ma dentro (e per cinque piani) ci sono palestre, quattro aree per la riabilitazione, un campo (coperto e sintetico) per lo studio della biomeccanica del gesto, la piscina per l'acquaterapia. Qui ci viene anche Daniel Craig, l'ultimo 007. Ma quella di Londra è l'ottava sede. L'Isokinetic ne ha due a Milano, una a Torino, Verona, Roma, Rimini, e ovviamente Bologna. In tutto ci lavorano centocinquanta persone (cinquanta solo a Bologna) e i medici hanno tutte le specializzazioni che servono: medicina dello sport, fisiatria, radiologia, nutrizione. Infatti, su diecimila pazienti, il quaranta per cento sono atleti. Mica tutti agonisti, anche quelli che giocano a calcetto e si sono fatti un menisco. Calciatori, moltissimi: mille all'anno, un centinaio di Serie A e B. E gli altri sport. All'Isokinetic si sono curati Montezemolo, Passera, Fiorello, Morandi, e campioni come Ghedina e Tomba.
Tutto questo nasce dall'intuizione di Stefano Della Villa. Era il 1987. All'ultimo anno di specializzazione, al Rizzoli, viene fuori che un neurologo gli dice: «Perché non ti occupi di isocinetica?». All'epoca qui l'argomento si conosceva poco, quasi nulla, ma in America lo studio era già in fase avanzata. La storia di Della Villa è bellissima. Non senza difficoltà vola a Daves, California, proprio vicino alla Silicon Valley. Gli anni Ottanta sono un periodo pazzesco. Da quelle parti il fermento tecnologico ribolle nelle vene della gente, e poi è l'America. Qui incontra luminari e atletici, impara a usare le macchine, si avvicina al mondo del football americano che più di ogni altro sport è causa di traumi. Nel giro di un mese apprende moltissimo, e quando torna in Italia Della Villa, che ha ventisette anni, si butta nel progetto affittando una stanza in un laboratorio di Bologna. I primi due pazienti giocano nel Bologna, sono Claudio Ottoni e Piergiorgio Tovoli. Ma nel giro di tre anni l'Isokinetic diventa la prima struttura in Italia. Nel 2000 i pazienti all'anno sono già ottomila.
Il riconoscimento d'eccellenza da parte della Fifa
Nel 2009 è arrivato il riconoscimento della Fifa, che ha catalogato l'Isokinetic tra i suoi centri di eccellenza. Vengono dal tutto il mondo a studiare i metodi di riabilitazione che Della Villa e tutto il suo team ha adottato in questi anni. Il trauma più frequente è quello al ginocchio, ma c'è poi uno studio su ogni singolo aspetto del movimento e della riabilitazione che guardare un solo orizzonte è dura. Lo portano avanti veterani come Claudio Carlotti, che si occupa di coordinare tutto il lavoro a Bologna, il dottor Gianni Nanni, che insieme a Della Villa ha fondato la struttura. Ma poi la quantità di giovani è confortante per l'idea di Italia che dovremmo avere: l'età media dei medici Isokinetic è di quarantadue anni. Anche questo è Made in Italy.