Non ce l'ha fatta l'ex atalantino Andrea Rinaldi: a soli 19 anni è morto a Varese
Dopo un aneurisma cerebrale lottava da giorni tra la vita e la morte. L'11 maggio la triste notizia. A comunicarlo, il suo procuratore
Da giorni lottava tra la vita e la morte in un letto dell'ospedale di Varese, dove è stato ricoverato venerdì 8 maggio in seguito a un aneurisma cerebrale che lo aveva colto nella sua casa di Cermenate. Purtroppo la mattina di oggi, lunedì 11 maggio, Andrea Rinaldi è spirato. Aveva soltanto 19 anni.
Rinaldi è uno dei tanti prodotti del settore giovanile nerazzurro. Cresciuto nel vivaio atalantino è arrivato fino alla Primavera, poi ha fatto esperienza in prestito all’Imolese in Serie C e al Mezzolara in Serie D. L’estate scorsa è passato al Legnano, sempre in Serie D, con il quale aveva finora collezionato 23 presenze e una rete, fondamentale, nel match giocato in casa della Caratese.
Quando la notizia è iniziata a circolare, moltissimi suoi compagni ed ex compagni, sui social, hanno pubblicato dei messaggi di incoraggiamento. Alcuni, però, sembravano già degli addii, perché le condizioni del 19enne erano davvero critiche. Salvatore Elia, ad esempio, ha scritto: «Tutto questo è surreale. Penso sia impossibile pensare che sia tutto vero. A volte il destino fa brutti scherzi. È stato un piacere conoscerti e passare del tempo con te. Ti voglio bene amico». Nicolò Cambiaghi, invece, ha detto: «Non ci sono parole. Ti voglio ricordare così sorridente e felice dopo uno dei tanti tornei vinti insieme».
La conferma del decesso è arrivata attraverso un posto pubblicato su Facebook dal procuratore del ragazzo, Marco Montesarchio, che era in costante contatto con la famiglia di Rinaldi:
«È una notizia che non vorresti mai dover dare o ricevere anche per chi, come me, ti conosceva solo da un anno - ha scritto l'agente -. Fu tuo padre ad organizzare l'incontro, ma bastò poco ad entrambi per capire subito che condividevamo gli stessi principi per poter iniziare a lavorare insieme. Sono stato davvero fortunato ad averti conosciuto e sono contento che le nostre strade si siano incrociate anche se per così poco tempo. Spero d'averti potuto lasciare qualcosa di positivo come tu sicuramente hai fatto con me. Sei stato sempre corretto e leale con tutti, era il tuo modo di essere dentro e fuori dal campo di calcio. Quel rettangolo verde che era la tua vita! Avrei voluto poter gioire con te per un tuo ritorno tra i professionisti, te lo saresti meritato dopo una stagione esaltante a Legnano. Poi, avevamo ancora tantissimi traguardi da dover raggiungere, come quelli che iniziavamo a programmare per la prossima stagione. Ma, purtroppo, il destino ha voluto che un malore ti portasse via in un attimo. La tua vita è stata breve ma vissuta intensamente perché eri un lottatore che davanti alle difficoltà non si arrendeva e lo hai sempre saputo dimostrare e hai sempre dato tutto! È stato un onore averti avuto tra i miei assistiti e mi piacerà ricordarti, così, con quel motto che ti rappresentava tanto e che avevi scritto anche sulla tua pagina Facebook: "Se non lotti per ciò che desideri, non piangere per ciò che perdi". Ciao Andrea Rinaldi fai buon viaggio».