Cotonificio Albini e ViroFormula: nasce in Val Seriana il tessuto che "uccide" il virus
Ricerca ed alta tecnologia alla base del progetto della storica azienda seriana, attiva dal 1876 ad Albino, a Gandino e nel mondo. "I primi risultati sono incoraggianti: i più bei tessuti del mondo avranno la capacità di proteggerci dal virus"
di Giambattista Gherardi
«Nel periodo critico e incerto in cui ci troviamo abbiamo deciso di non fermarci: al contrario abbiamo continuato a lavorare a soluzioni innovative, guardando il mondo attraverso occhi nuovi, sempre pronti ad affrontare nuove sfide. Perché per noi innovare significa interpretare il futuro, per migliorare il nostro presente». Parole e musica di Stefano Albini, presidente di Cotonificio Albini Spa, la realtà industriale della Valle Seriana che vanta sette stabilimenti (quattro in Italia, due in Egitto ed uno in Repubblica Ceca), circa 1400 dipendenti e un fatturato consolidato (dati 2019) di 142 milioni di euro.
Di questi tempi ci sarebbe da aspettarsi segnali di (giustificata preoccupazione), ma nel Dna di una dinastia che dal 1876 ha fatto la storia mondiale dei tessuti c’è quella resilienza tipicamente bergamasca che può fare la differenza anche e soprattutto nei giorni della pandemia e in una terra martoriata come quella in riva al Serio. La novità è tutta in una parola, destinata a diventare sinonimo di avanguardia e sicurezza: ViroFormula. Un procedimento industriale che genera sui tessuti un effetto antivirale e antibatterico, fino a cento volte più efficace della norma.
«La tecnologia che sta alla base del finissaggio ViroFormula (Viroblock di HeiQ) - spiega l’azienda - permette la protezione da virus e batteri. Il prodotto è efficace contro i principali tipi di virus: H1N1, H5N1, H7N9, Coronavirus (229E) e RSV. L’ausiliario chimico-tessile permette di uccidere i batteri e distruggere i virus in pochi minuti attraverso la combinazione inedita di due tecnologie: le tecnologie brevettate a base d’argento e la tecnologia della vescicola grassa (liposomi). Nel primo caso piccole particelle d’argento attivano reazioni antivirali ad alto spettro attraendo i virus e legandoli permanentemente ai propri gruppi zolfo. Nel secondo caso la tecnologia agisce come acceleratore che distrugge i virus esaurendo la membrana virale nel suo contenuto di colesterolo».
Disporre di tessuti dalle simili caratteristiche potrebbe essere la chiave di volta del necessario rilancio cui anche Albini è atteso nei prossimi mesi, quando progressivamente produzione, ordini e fatturato potranno tornare ai livelli pre-pandemia. «In aggiunta alla nostra ampia proposta di tessuti performanti, abbiamo voluto creare una nuova categoria di prodotti, unica nel suo genere: i più bei tessuti al mondo con la capacità di proteggerci dai virus», racconta Fabio Albini, Direttore Creativo di Albini. «Siamo entusiasti che Albini, leader nella produzione di tessuti di alta qualità per l'industria della moda, stia unendo le forze per creare capi più resistenti ai virus per aiutare a combattere la pandemia globale di Covid-19», dice Carlo Centonze, co-fondatore e Group Ceo di HeiQ, l’azienda svizzera che ha reso possibile il nuovo progetto.
La tecnologia ViroFormula è applicabile a tutte le qualità di cotone prodotte dall’azienda seriana, sia in termini di struttura (Popeline, Twill, Oxford…) che di peso (camicie, giacche, pantaloni…). «L’applicazione - aggiungono i tecnici - non altera la mano originale e naturale dei nostri tessuti. L’ausiliario alla base del trattamento di ViroFormula è stato accuratamente testato per la sicurezza delle persone, per le quali è stato considerato come dermatologicamente non irritante, innocuo per la pelle e per il corpo e per la sostenibilità ambientale. I tessuti trattati con ViroFormula saranno ideali per la produzione di mascherine, camicie, camici, casacche, giacche, pantaloni e ogni altro indumento». L’attenzione è ovviamente rivolta al futuro e alle cicatrici che l’emergenza potrà lasciare sul tessuto economico e sulla filiera, che da sempre Albini segue per intero, dai campi di cotone alle forniture ai marchi più prestigiosi della moda.
«Non siamo ancora in grado di capire - ha aggiunto Stefano Albini in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore - quello che sarà il futuro, perché nel sistema moda molte aziende sono ferme o in cassa integrazione. Per quello che ci riguarda posso anche arrivare a immaginare un dimezzamento del fatturato in questo 2020. Dobbiamo salvare il made in Italy che sta rischiando di morire. Questa crisi rischia di essere insostenibile da un punto di vista finanziario e dimensionale».