Storia toccante

Vedova per il coronavirus, viene assunta dall’azienda in cui lavorava il marito

L’azienda: «Ci è sembrato doveroso offrirle un posto di lavoro, ci sembrava il modo migliore per ringraziare Erminio per quanto fatto per noi nel corso degli anni»

Vedova per il coronavirus, viene assunta dall’azienda in cui lavorava il marito
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Vedova a causa del coronavirus, viene assunta dall’azienda in cui lavorava il marito. Come riportano i colleghi di primamonza.it, la toccante vicenda è avvenuta in Brianza, precisamente  a Bellusco.

La storia. Era lo scorso 25 marzo quando Erminio Misani, 54 anni, perdeva la vita a causa del coronavirus. Una morte improvvisa, capace di sconvolgere due famiglie. Una, quella naturale, composta dalla moglie Michela Arlati e dai figli Camilla (19 anni), Luca (17 anni) e Gabriele (14 anni), tutti residenti a Bellusco. L’altra, quella acquisita, formata dai dirigenti e dai colleghi di lavoro della “Lei Tsu”, storica azienda di Bellusco in cui Erminio aveva lavorato dai primi anni ’80. «Quel giorno abbiamo perso la colonna portante della nostra azienda – spiega Benedetto Terragni, uno degli attuali titolari – Erminio era con noi da tantissimo tempo e rappresentava una risorsa unica. Sia dal punto di vista umano che lavorativo». Misani, infatti, era entrato nell’azienda di torcitura di filati poco più che maggiorenne e da lì non si era più mosso, diventandone un cardine. «Era in grado di svolgere praticamente tutte le mansioni grazie all’enorme esperienza che aveva accumulato nei suoi anni in ditta. Era un lavoratore eccezionale, sempre pronto ad aiutare l’azienda e i suoi colleghi».

L’improvvisa scomparsa. «Mio marito non aveva patologie particolari, era in perfetta forma – spiega la moglie Michela Arlati – Era stato ricoverato in ospedale, ma sembrava che le cose procedessero per il meglio. Il  25 marzo, invece, la situazione è precipitata improvvisamente ed Erminio ci ha lasciato. Non abbiamo nemmeno potuto salutarlo come avremmo voluto. Era una persona incredibile, che ha dedicato la sua vita alla famiglia: i nostri tre figli erano il suo orgoglio. Era un gran lavoratore, tutti i suoi sacrifici erano pensati per far stare bene noi».

L’offerta. La scomparsa di Erminio ha ovviamente stravolto la vita di Michela, anche dal punto di vista strettamente “materiale”, come spiega la donna. «In accordo con mio marito avevamo deciso che io avrei lasciato il lavoro per crescere da vicino i nostri figli e così avevamo fatto – spiega la donna – Quando è scomparso Erminio, oltre all’ovvio dolore di aver perso il mio compagno di vita, mi sono trovata senza un’occupazione, alla soglia dei cinquant’anni…». In sostegno della donna, fortunatamente, sono arrivati proprio i titolari della “Lei Tsu”, che hanno deciso di proporle un’assunzione in azienda. «Ci è sembrato doveroso offrirle un posto di lavoro, ci sembrava il modo migliore per ringraziare Erminio per quanto fatto per noi nel corso degli anni – continua Benedetto Terragni – Appena abbiamo saputo della sua scomparsa abbiamo proposto a Michela di entrare nel nostro gruppo. Ci tengo a precisare che non si tratta di un modo di farci pubblicità, ma un gesto di umanità verso una famiglia che aveva dato tanto alla nostra azienda. Mi piace pensare di aver dato un aiuto concreto a Michela e ai suoi figli, così come hanno fatto tante persone a Bellusco: l’intera comunità ha espresso la sua grande vicinanza alla famiglia Misani in un momento molto complicato».

Il ringraziamento. Quella comunità che la stessa Michela ha voluto ringraziare dal profondo del suo cuore per i tanti gesti di vicinanza mostrati nel corso di queste settimane, in cui la donna ha dovuto fare i conti anche con le difficoltà legate alla quarantena imposta dalla positività al Covid-19 del marito. «Non trovo nemmeno le parole per ringraziare tutti i belluschesi per quello che hanno fatto – conclude la donna – Ovviamente un grazie particolare alla famiglia Terragni per avermi voluto con loro, mi hanno tolto un pensiero enorme in un momento in cui ho già tante preoccupazioni. Il mio grazie va poi ai cittadini, all’Amministrazione comunale, alla parrocchia, alla Polizia locale, alla Protezione civile: ci hanno protetto e fatto sentire meno soli. Grazie Bellusco».

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