Il contagiato numero 1 di Stezzano, battuto il Covid, fa un appello ai guariti: «Donate plasma»
Zeeshan Azam Butt, 39enne di origine pachistana, ha vinto la dura battaglia, e adesso fa la sua parte. «Non ci ho pensato nemmeno un attimo ad accettare. Sul volto dei medici la felicità per la sacca piena di anticorpi. Esorto tutti i possibili immuni».
di Laura Ceresoli
Sono le 19 di venerdì 6 marzo. Il sindaco Simone Tangorra riceve una telefonata che non potrà mai dimenticare. Siamo nel pieno dell'emergenza sanitaria e Ats gli comunica il primo caso di un cittadino di Stezzano con il Covid-19. Si tratta di Zeeshan Azam Butt, un 39enne di origine pachistana che lavora come operaio alla Nts di Lallio, azienda di stampaggio di articoli in materiale plastico.
Oggi quell’uomo è guarito, ma se l’è passata davvero brutta. Mentre lottava tra la vita e la morte, ha promesso a se stesso che, una volta uscito da quell'incubo, avrebbe fatto qualcosa per aiutare gli altri. Ma cosa? La risposta è arrivata il 6 aprile, quando Zeeshan è stato contattato dall'ospedale Papa Giovanni: «Mi hanno chiesto se fossi disponibile a una donazione di plasma e in particolare degli anticorpi sviluppati durante la malattia - spiega - anche se, per ora, in via sperimentale, questo avrebbe potuto salvare le vite dei malati di Covid più gravi. Non ci ho pensato nemmeno un attimo ad accettare e la settimana successiva, dopo tutte le procedure e analisi del caso, ho fatto la donazione e sono contento e orgoglioso di raccontare la felicità che ho visto sul volto dei medici quando hanno portato via la mia sacca piena zeppa di anticorpi».
Il pachistano ha coinvolto in questa esperienza anche i suoi due fratelli, entrambi reduci dal coronavirus: Noman di 33 anni, e Usman, 29. Zeeshan è stezzanese di adozione. Vive in paese dal 2006, anno in cui ha conosciuto la sua futura moglie, italiana. Insieme hanno deciso di metter su famiglia e ora hanno due bambini, di 8 e 5 anni: «I miei figli sono stati la mia forza e il mio coraggio da quando sono stato ricoverato, il 2 marzo al Papa Giovanni con una bruttissima polmonite interstiziale bilaterale - afferma -. A 39 anni ho rischiato di morire, ma grazie alle cure e alla forza che mi hanno dato i medici e la mia famiglia, sono migliorato al punto di poter tornare a casa il 6 marzo, ancora positivo e con saturazione a 93. La convalescenza è stata dura, 40 giorni di quarantena in casa e isolamento dai miei figli e da mia moglie. Ma piano piano sono guarito e siamo riusciti a superare le difficoltà, anche grazie a tutti i cari amici che ci hanno sostenuto psicologicamente e materialmente facendoci la spesa».
Azam Butt lancia ora un appello agli ex pazienti Covid affinché non abbiano remore a donare il loro plasma...