Professionista esemplare

Le meteore del Gasp: Giulio Migliaccio, il coraggio di smettere appena prima della gloria

Poche partite, tantissimo aiuto ai compagni e un comportamento sempre da grande uomo con mister e tifosi

Le meteore del Gasp: Giulio Migliaccio, il coraggio di smettere appena prima della gloria
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di Fabio Gennari

Giulio Migliaccio ha lasciato il calcio giocato nel giorno della festa per il ritorno in Europa dell'Atalanta. A pochi giorni dai 36 anni, il "Vin Diesel" di Mugnano ha salutato il pubblico della Dea insieme a Cristian Raimondi (anche lui classe 1981), ma a differenza dell'esterno di Sedrina le presenze ufficiali sono state veramente una manciata: con la passerella finale contro il Chievo, il conto arriva a quattro gare ufficiali in cui è sceso in campo sulle 41 a disposizione quell'anno.

Uomo spogliatoio ben voluto da tutti e professionista esemplare, nell'anno in cui Gasperini ha lanciato giovani importanti dopo un avvio di stagione decisamente complicato, lo spazio che è riuscito a ritagliarsi è stato pochissimo. Nonostante questo, mai una polemica o una parola fuori posto in una stagione che ha esaltato tutti e che non lo ha ingolosito vista la qualificazione all'Europa League: ha detto basta, si è preso l'abbraccio del popolo orobico e ora lavora per la società andando in giro a osservare i ragazzi in prestito. Grazie Giulio.

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