dopo la tempesta

Rsa di Nembro, le casse sono vuote. Salvagente dal Comune e appello alla Regione

Numerose e gravi perdite, come quella del presidente, e adesso è in seria difficoltà per i mancati introiti. Col decesso di 34 ospiti su 87, perdite per 143 mila euro. 60 mila li anticipa il municipio, ma si chiede un aiuto in più alla Regione

Rsa di Nembro, le casse sono vuote. Salvagente dal Comune e appello alla Regione
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di Elena Conti

Tra le realtà più colpite dal Coronavirus figurano le case di riposo. Quella di Nembro, in particolare, ha subito numerose e gravi perdite, una tra tutte il suo presidente Giuseppe “Bepi” Pezzotta. Ora che il peggio sembra passato, la Rsa si trova in seria difficoltà per i mancati introiti delle rette. Il centro diurno integrato è chiuso e non si possono accogliere nemmeno nuovi ospiti nella casa di riposo. Ecco perché il Comune ha deciso di intervenire.

«Nonostante sia una Fondazione Onlus del Terzo Settore - ha dichiarato il sindaco Claudio Cancelli introducendo l’argomento nel consiglio comunale di settimana scorsa - non possiamo considerarla una realtà privata nei fatti. La nostra Rsa eroga un servizio indispensabile per i nostri cittadini, quindi ci sentiamo direttamente coinvolti in qualità di rappresentanti dell’interesse dei nembresi».

Durante il consiglio il sindaco ha presentato una relazione redatta dal nuovo presidente della Rsa, Valerio Poloni, che ha evidenziato le grosse difficoltà in cui versa la casa di riposo. Oltre ad aver perso il proprio presidente e il medico del lavoro, il dottor Marino Signori, a partire dal 17 febbraio sono deceduti 34 ospiti su un totale di 87 posti letto accreditati e a contratto con la Regione tramite Ats, totalmente occupati prima dell’epidemia.

Il 24 febbraio, prima della decisione da parte della Direzione Sanitaria di non accogliere più ospiti a causa dell’emergenza Coronavirus, è arrivata una nuova ospite proveniente dalle liste d’attesa Cup. Secondo quanto indicato nella relazione, la Rsa di Nembro ha accolto nel mese di aprile quattro persone Covid negative, dimessi dagli ospedali e stabilizzati. Di questi, uno ha deciso di rimanere nella struttura pagando la retta giornaliera.

Ad ogni modo il blocco dell’accettazione, istituito il 9 marzo, resta attualmente in vigore. L’ingresso di nuovi ospiti è possibile solo su deroga di Ats. Grazie a un sondaggio effettuato dall'assistente sociale del Comune, sembrerebbe inoltre che le famiglie non siano intenzionate a usufruire del servizio in tempi brevi. Gli utenti in lista d’attesa preferiscono rinviare il proprio ingresso una volta terminata l’emergenza.

«Questi fattori hanno provocato problemi economici per la struttura - ha spiegato il sindaco Cancelli -, che si trova in una fase delicata anche a causa degli investimenti in corso per il Centro Diurno Integrato e la ristrutturazione della residenza, per i quali sono stati accesi dei mutui. Per questa ragione abbiamo deciso di anticipare il pagamento di 60 mila euro che annualmente sosteniamo per la Rsa. Ci impegniamo anche a sostenere una campagna informativa finalizzata alla donazione del 5 per mille a favore della Rsa e a promuovere iniziative di raccolta fondi. Inoltre, una volta giunti i fondi previsti dal Decreto Rilancio per il nostro Comune, prevediamo un contributo straordinario specifico per la casa di riposo».

«Ci auguriamo però - ha aggiunto - che la Regione metta in campo risorse per la nostra e per tutte le case di riposo bergamasche. I decessi di questi mesi hanno portato, secondo quanto illustrato nella relazione, a una perdita secca in bilancio di 143 mila euro (30 mila euro a marzo, 55 mila euro ad aprile e 58 mila euro a maggio). Per i mesi di marzo e aprile, la Regione ha dichiarato che continuerà a pagare i contributi previsti considerando il “vuoto” come “pieno”, ovvero come se i posti letto fossero ancora occupati. Noi chiediamo il proseguimento di questo riconoscimento anche per i prossimi mesi».

Questa misura si rende necessaria dal momento che gli ospiti deceduti erano i più compromessi dal punto di vista sanitario, quindi il contributo regionale per ciascuno di questi è maggiore. Se nel mese di maggio non arrivasse il contributo regionale, alla perdita si aggiungerebbero altri 45 mila euro per minori introiti. Senza contare che il budget di 35 mila euro per l’acquisto dei dispositivi di protezione è stato completamente esaurito mentre a partire dalla fine di marzo si è potuto contare sulle somme ricevute tramite donazioni. Infine, a partire da giugno e fino alla fine di agosto, la Rsa accederà al Fondo Integrazione Salariale che interesserà 52 dipendenti; coinvolgerà una decina di operatori per volta, a rotazione, per nove settimane. I contratti a tempo determinato in scadenza non saranno prorogati.

«Altre azioni concrete che speriamo siano messe presto in campo - ha concluso il sindaco - sono l’aumento del contributo giornaliero per le degenze, ormai fermo da anni pur in un contesto di incremento dei costi di gestione, e l’accreditamento e la contrattualizzazione del nostro Centro Diurno, per il quale stiamo lavorando da mesi e che risponde a precisi bisogni della popolazione di Nembro».

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