L'operazione

Frode fiscale da 1,6 milioni di euro: denunciati tre imprenditori tessili cinesi a Leffe

La Finanza ha scoperto dei "magheggi" nella gestione e contabilizzazione delle fatture emesse

Frode fiscale da 1,6 milioni di euro: denunciati tre imprenditori tessili cinesi a Leffe
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Tre imprenditori cinesi, operanti a Leffe nel settore della lavorazione di prodotti tessili per conto di terzi, sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Bergamo per aver evaso oltre 1,6 milioni di euro.

Le indagini sono nate in seguito a verifiche fiscali avviate dai finanzieri della tenenza di Clusone nei confronti di due ditte intestate a cittadini di origine cinese. Gli approfondimenti hanno consentito di accertare che le due aziende, riconducibili al principale indagato, avevano operato evadendo completamente il fisco.

Nello specifico, la prima ditta (intestata a un prestanome risultato irreperibile) per abbattere completamente il reddito imponibile ed azzerare le imposte da versare all’erario, aveva contabilizzato fatture di acquisto riferite ad operazioni inesistenti emesse da una cartiera creata ad hoc esclusivamente per emettere false fatture. La seconda ditta, subentrata alla prima, intestata al principale artefice della frode, invece, una volta eseguiti i lavori per conto delle aziende tessili della Val Seriana, emetteva le relative fatture a prezzo pieno, salvo poi annotarle in contabilità con importi nettamente inferiori (circa un decimo del reale). In questo modo abbatteva gli utili e le relative imposte da pagare.

Le indagini si sono concluse con la denuncia di X.L. di 55 anni, della moglie G.C. di 56 anni e di Q.L. di 35 anni. I primi due risiedono in Italia da oltre 20 anni e sono ben radicati sul territorio, il terzo è invece un prestanome risultato irreperibile. I tre sono ritenuti responsabili di aver presentato dichiarazioni dei redditi ed Iva fraudolente, mediante annotazione di fatture false e di altri artifici contabili.

Grazie a questa frode, i tre imprenditori lavoravano da anni nel settore del tessile a prezzi assolutamente concorrenziali. Complessivamente, dal 2015 al 2018, i militari hanno quantificato una frode fiscale ai fini delle imposte dirette e dell’Iva di oltre 1 milione e 600 mila euro, cui si aggiungono imposte non versate per un valore di oltre 750 mila euro, al netto delle sanzioni.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo Antonio Pansa, che ha coordinato le indagini, ha richiesto al giudice per le indagini preliminari, Federica Gaudino, il sequestro del profitto dei reati tributari. Il Gip, ritenendo fondata la richiesta, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di 752.408,71 euro, corrispondente all’Ires e all’Iva evase.

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Clusone ha eseguito il provvedimento, ponendo sotto sequestro due appartamenti di notevoli dimensioni, due garage, due veicoli e le somme presenti sui conti correnti dei responsabili della frode. Il denaro è stato fatto confluire nel Fondo Unico di Giustizia (Fug) e rimarrà a disposizione delle forze dell’ordine, così come gli altri beni confiscati.

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