Addio a Pepo Salvini, forse travolto dalla furia delle acque. Sui sentieri lascia tracce di umanità
L'Alta Val Brembana piange il volontario CAI. Un uomo umile e generoso, come i mille segnali da lui tracciati lungo i percorsi delle Orobie
di Giambattista Gherardi
Aveva il cuore grande e una passione infinita come i sentieri di montagna che tanto amava. La notizia della morte di Giuseppe Pepo Salvini, 75 anni, è arrivata all'improvviso martedì 9 giugno, come uno di quei fulmini maledetti che illuminano i temporali mentre essi sono intenti a gonfiare il corso di fiumi e torrenti. A Mezzoldo, Pepo ha trovato la morte in questi frangenti, ritrovato dagli amici del Soccorso dopo che con tutta probabilità era stato travolto dalla furia delle acque. Era un "gogis" autentico, di quelli duri come la roccia e buoni come il pane. Non potevi non conoscerlo: era di un'umiltà rara, ma con poche sillabe sapeva comunicare stima e ammirazione a qualsiasi interlocutore, si trattasse del suo presidente o di un qualsiasi escursionista.
Per il CAI Alta Val Brembana era una vera e propria icona, sempre in prima fila per seguire nel concreto le varie attività e soprattutto la tracciatura dei sentieri. «Ciao Pepo... - si legge in un messaggio degli amici di sempre - la tua opera è stata encomiabile e senza sosta nel corso dei decenni: centinaia di giorni spesi con barattolo e pennello sempre per le tue montagne, di cui conoscevi ogni angolo, e per gli escursionisti che le frequentano e che continueranno a fruire della tua opera anche negli anni a venire. Ora custodisci i tuoi sentieri anche da lassù».
Il suo esempio e la sua perseveranza nel mettersi a servizio della comunità restano eredità preziose e rappresentano un sentiero luminoso tracciato con infinita passione. Il Signore delle Cime e tanti amici già l'avranno accolto fra le vette incantate. Grazie Pepo.