Mancata zona rossa, Conte: «Decisioni ponderate, mai avuto richieste da Confindustria»
Il Presidente del Consiglio ha risposto a una domanda posta dal canale d’informazione spagnolo Nius
È una domanda che si è sentita spesso in provincia di Bergamo dall’inizio dell’epidemia: Confindustria ha fatto pressioni per evitare che in Val Seriana (o più in generale nella Bergamasca) il Governo istituisse una zona rossa? La risposta è sempre stata la stessa: «No». Un messaggio che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito nella giornata di giovedì 9 luglio, rispondendo a una domanda posta dal canale d’informazione spagnolo Nius. «Non ho avuto richieste dalla Confindustria. L’ho letto sui giornali, non è una cosa che mi riguarda, le valutazioni sono state fatte senza ascoltare Confindustria».
Sulla mancata zona rossa, i suoi effetti sul territorio di Bergamo, ma anche su molti altri temi tra cui la gestione del pronto soccorso all’ospedale di Alzano, la Procura di Bergamo ha aperto diversi filoni di indagine, ascoltando in qualità di teste lo stesso premier Conte, le autorità regionali (il governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera) e quelle sanitarie, ma anche i rappresentanti di Confindustria.
«Non mi preoccupo dell’inchiesta perché appena c’è stata l’eventualità di riferire mi sono subito reso disponibile – ha proseguito Conte -. Un presidente del Consiglio deve rispondere alla propria coscienza, essere sereno, e rispondere all’opinione pubblica e anche ai pubblici ministeri. Non credo di essere infallibile, non credo di prendere sempre la decisione giusta nel momento giusto ma non prendo mai decisioni senza ponderazione».