Il Cre all'oratorio dell'Immacolata, praticamente un miracolo
È stato il primo ad avere riaperto a Bergamo, il 15 giugno, rispettando le regole anti-Covid. Il curato don Nicola: «Tra i giovani animatori tanto senso di responsabilità»
di Angela Clerici
«Io penso a un miracolo perché a un certo punto ci eravamo come trovati in mezzo a un deserto, per diverse ragioni, ultima delle quali, ma terribile, era stato il Coronavirus. Sembrava che la vita comunitaria fosse morta e che i Cre non si sarebbero visti per questa estate. Ma poi ho pensato che si poteva tentare».
Don Nicola Brevi parla qui, nel cortile dell’oratorio dell’Immacolata, nel pomeriggio di luglio. L’animatore prova la febbre a chi entra, i bambini lanciano il frisbee, altri sono impegnati nei laboratori. Il Cre volge al termine, e fino all'anno scorso non ci sarebbe stato niente di eccezionale: uno dei tanti Centri ricreativi estivi organizzati dalle parrocchie della città. Uno dei tanti Centri ricreativi che vanno incontro ai bisogni della famiglie e dei ragazzini, dopo la chiusura delle scuole. Quest’anno è diverso, quest’anno si temeva che nemmeno i Cre sarebbero stati organizzati. Troppi problemi, troppe norme da rispettare. Continua don Nicola: «Dopo i primi contatti con ragazzi e famiglie, ho capito che il Cre dovevamo avere il coraggio di organizzarlo, in ogni caso. E così abbiamo fissato una data di partenza, il 15 giugno, e in poco tempo sono arrivate le persone, i volontari, i ragazzi che volevano fare gli animatori, prendersi delle responsabilità. E poi queste 240 famiglie che hanno avuto fiducia in noi, che ci hanno mandato i loro figli. Ecco, io penso che questo sia un miracolo».
Don Nicola ha 34 anni, prima di venire all’Immacolata ha fatto il curato a Sforzatica. Spiega: «Sapevamo che era una sfida impegnativa, che non potevamo organizzare un Cre come quelli degli anni scorsi. Ci siamo preparati, abbiamo studiato la nuova normativa. Abbiamo avuto due incontri anche con gli assessori Poli e Messina, è stato studiato un “Patto educativo” e noi abbiamo aderito». Ma le remore erano tante, le difficoltà pure, sicché, nonostante gli incontri, sembrava che per quest’anno i Cre sarebbero passati in cavalleria. Ma don Nicola aveva lanciato l’idea nella sua parrocchia, Sant’Alessandro in Colonna, e le adesioni iniziavano ad arrivare. «E allora abbiamo deciso di farci avanti. In fondo, ci vuole sempre qualcuno che faccia il primo passo. Abbiamo fissato di partire dal 15 giugno e tre giorni prima ci è arrivato l’ok anche dal Comune. La proposta alle famiglie l’avevamo mandata il 31 maggio, avevamo deciso di farlo comunque, come ente gestore autonomo. Io ci credo perché secondo me il Cre con i ragazzi è una testimonianza importante, per me che sono prete è comunque un discorso di fede, un discorso evangelico. In realtà tutta la vita è immersa in questa luce». (...)