Ecco le nuove regole per i rimborsi di Trenitalia
I pendolari sono costantemente in guerra contro i sistematici disagi a cui li costringono le compagnie ferroviarie, in particolare Trenord, società costituita e controllata da Trenitalia e Ferrovie Nord Milan. Noi di Bergamo lo sappiamo bene. Ora, a dar manforte ai tanti lavoratori e studenti che ogni giorno si trovano costretti a ritardi per i più svariati motivi, è arrivata anche l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Come rende noto Il Post, l’Antitrust ha aperto due diversi procedimenti contro Trenitalia, relativi al rimborso dei biglietti in caso di ritardo dei treni e alle multe per chi viene trovato senza biglietto. Il primo procedimento ha già portato ad un cambiamento della politica aziendale di Trenitalia, che sarà in vigore dal marzo 2015, mentre contro il secondo procedimento, conclusosi con una multa da 1 milione di euro alla società, Trenitalia ha fatto ricorso. Ma vediamo nello specifico in cosa consistono i procedimenti aperti dall’Autorità.
Rimborso a partire da 30 minuti di ritardo. Con il primo procedimento (PS4848), l’Antitrust chiede che sia ridotto il tempo necessario per poter avanzare richiesta di rimborso dei titoli di viaggio in caso di ritardi dei treni. Sulla base di questa richiesta dell’Autorità, Trenitalia ha reso noto un cambio della propria policy già a partire dal marzo 2015. Nello specifico, la richiesta di rimborso da parte degli utenti potrà essere avanzata già dopo 3 giorni dall’arrivo a destinazione, riducendo di ben 17 giorni le tempistiche attualmente previste. Il ritardo minimo, a partire da cui si potrà chiedere il rimborso, non è più di 60 minuti, bensì di 30, rispetto logicamente all’orario previsto dalla compagnia. Trenitalia, consapevole che in alcune stazioni i ritardi sono più frequenti, ha alzato questa seconda soglia a 33 minuti a Milano, Roma, Firenze, Bologna e Torino, dove il traffico ferroviario è più intenso e i rischi di ritardi aumentano. Oltre al rimborso del biglietto, è previsto anche uno sconto del 25% sull’acquisto di biglietti per viaggi sul territorio nazionale eseguiti dopo il rimborso.
Multa contro… le multe. Il secondo procedimento avviato dall’Antitrust (PS4656), ha previsto invece una sanzione di 1 milione di euro a Trenitalia per «pratica commerciale scorretta». L’Autorità ha ritenuto illegittime ed eccessive le multe previste dalla società in caso di irregolarità di viaggio dei suoi passeggeri, ovvero, molto spesso, di utenti pizzicati senza titolo di viaggio valido. Nello specifico, l’Antitrust ha definito «afflittivo» il procedimento previsto da Trenitalia. Traducendo, eccessivamente oneroso per gli utenti, costretti a pagare il prezzo del biglietto di cui sono privi, più una sovrattassa che va dai 50 ai 200 euro, più un’ulteriore somma a titolo di oblazione, cioè necessaria a estinguere il reato limitato alla contravvenzione. Il documento specifica che è una pratica commerciale scorretta, in particolare, il fatto che ciò accada anche quando i passeggeri sono impossibilitati, per forza maggiore o a causa di uno stesso disservizio della compagnia, a regolarizzare la propria posizione e nonostante ci siano posti liberi sul treno. Con questo metodo, dunque, non si limitano solo gli abusi, ma è di crea un sistema tariffario eccessivamente rigido. Trenitalia, in seguito a questo secondo procedimento, ha deciso di fare ricorso.
Petizione online contro Trenord. Come detto, le procedure sono rivolte contro Trenitalia e non contro Trenord, ma il fatto che questa seconda compagnia sia una società controllata al 50% dalla prima comporta che anche questa debba sottostare alle decisioni prese dall’Antitrust. Una mano tesa ai tanti pendolari che ogni giorno combattono con un servizio non all’altezza, come lo stesso sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha ammesso nei mesi scorsi, schierandosi apertamente dalla parte dei pendolari e chiedendo alla Regione una soluzione ai continui disagi. Intanto, in queste ore, è partita una petizione online che ha già raccolto quasi 2.000 firme ed è tesa ad ottenere da Trenord un miglioramento dei servizi. «Siamo stanchi dei continui disservizi a cui le società ferroviarie Trenord e Rfi hanno abituato i suoi clienti, per la maggior parte pendolari che ogni giorno sono costretti ad utilizzare il mezzo di trasporto ferroviario per recarsi sul luogo di lavoro – si legge nella presentazione dell’iniziativa -. […] Nonostante tutti questi aspetti negativi il costo dei nostri abbonamenti continua ad aumentare ogni mese (quasi il 30% di aumento negli ultimi 5 anni): perchè pagare di più per un servizio che va peggiorando anziché migliorare?». La presentazione della petizione si chiude poi con una proposta: «Se tutto questo non verrà accontentato in breve tempo noi pendolari ci riserviamo la scelta di scioperare (proprio come fanno i vostri dipendenti un venerdì al mese) non pagando il costo dell'abbonamento mensile, così da rimborsarci autonomamente dei disservizi che abbiamo subito». Chi sarà, se ciò accadesse realmente, a scusarsi per il disagio?