Quartiere difficile

Una ludoteca al posto del Gate? Alla Malpensata serve ben altro...

Il Comune in questi anni ha fatto tanto ma non abbastanza. E pensare di risolvere tutti i problemi con una proposta così fragile è un'illusione

Una ludoteca al posto del Gate? Alla Malpensata serve ben altro...
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di Ennio Mauri

La sensazione è che il nome Malpensata le si addica davvero. Tagliato fuori dal resto della città dallo scalo ferroviario, schiacciato dallo svincolo autostradale e soffocato dal traffico dei pendolari, caratterizzato dalla presenza di un alto numero di extracomunitari per le strade e di molte case popolari, il quartiere è da sempre parecchio complicato. E per risolvere il mal pensiero Giorgio Gori ci si è messo di buzzo buono: ha riqualificato il gasometro risvegliando Inps, che da quarant’anni non muoveva foglia sul suo terreno; ha spostato il mercato, che già dall’epoca di Franco Tentorio era stato dichiarato fuori norma e se ne era previsto il trasloco; ha dato una bella sistemata al parco; ha risolto il maledetto incrocio con via don Bosco, con quella rotatoria che ora è un bijoux e che è stata apprezzata da tutti. Ha demolito l’ex palaghiaccio, che era un catafalco inutile, dopo che Pesenti ha aperto il suo IceLab. Nessuno aveva mai fatto tanto per il quartiere, ci azzardiamo a dire.

Ora si appresta al secondo round: ci si prepara a raddoppiare il parco, a costruire un palazzetto polifunzionale, a finire il parco di via Mozart, a collegare il quartiere a Campagnola con il sovrappasso sulla circonvallazione, a progettare Porta Sud con quelli di Vitali e le Ferrovie.

Eppure, leggendo la risposta del vicesindaco Sergio Gandi a una delle tante interpellanze della Lega, vien fuori che la Malpensata è ancora per aria. Che c’è bisogno di un presidio di oltre otto ore al giorno, che si fa un intervento di polizia locale ogni due giorni, che servono le guardie giurate, che serve chiudere il parco all’ingresso di chi non ci va con i propri figli, che c’è chi spaccia.

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