Protocollo d'intesa

Nasce "In & Out", il progetto che punta a dare una nuova opportunità di vita ai detenuti

L'iniziativa si colloca nell’ambito del Bando sull’Area Penale adulti sottoscritto il 30 aprile dalla casa circondariale, Comune, Ambiti Distrettuali, Fondazioni, Caritas e numerosi altri Enti del settore

Nasce "In & Out", il progetto che punta a dare una nuova opportunità di vita ai detenuti
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Orientamento lavorativo, acquisizione di un’autonomia individuale e, infine, un graduale reinserimento sociale delle persone sottoposte a misure detentive. Sono, in sintesi, gli obiettivi che si pone il progetto “In & Out” nell’ambito del Bando sull’Area Penale adulti, previsto nel protocollo d'intesa sottoscritto il 30 aprile da Consiglio di rappresentanza dei sindaci, l’Ats, la Casa circondariale e l’Ufficio di esecuzione penale esterna di Bergamo, insieme all’associazione Carcere e Territorio, la Caritas, Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione Azzanelli Cedrelli, Fondazione Istituti Educativi e Fondazione MIA.

Attualmente il bando dispone di 150mila euro così suddivisi: Consiglio di rappresentanza dei sindaci e Ambiti 30mila euro; Fondazione della Comunità Bergamasca 60mila euro; Caritas 30mila euro; Fondazione Istituti Educativi 25mila euro; Fondazione Azzanelli Cedrelli Celati e per la Salute dei Fanciulli 5mila euro. A questa somma si aggiungono ulteriori 30mila euro finanziati dalla Fondazione MIA.

«Il bando rappresenta la fase conclusiva di un percorso innovativo che ha visto la partecipazione corale di tutti i soggetti coinvolti nell’opera di risocializzazione delle persone in esecuzione penale. – spiega l’assessore alle politiche sociali e presidente del Consiglio di rappresentanza dei sindaci Marcella Messina – Grazie a quest’importante esperienza messa in campo da soggetti pubblici e privati sarà possibile superare la frammentazione degli interventi, spesso causa di inefficacia delle politiche a sostegno delle fasce più fragili, e raggiungere con maggiore determinazione ciò che ci siamo prefissi».

Stando ai dati aggiornati al 30 aprile, nel carcere di Bergamo sono detenute 413 persone: 379 maschi e 34 donne. Di questi, 221 sono di origine straniera. Le persone con problemi di tossicodipendenza rappresentano il 50 per cento di tutta la popolazione carceraria e, infine, un quinto dei detenuti è senza dimora. «Il protocollo d’intesa rappresenta l’auspicata evoluzione della collaborazione tra l’Istituto penitenziario di Bergamo e i firmatari che, a vario titolo, operano nel settore dell’esecuzione penale per adulti – prosegue il direttore del carcere Teresa Mazzotta –. Si tratta di una vera e propria galassia di attori che, per la loro specificità, professionalità e competenza garantiscono importanti progettualità rivolte alla rieducazione del condannato, come prescrive l’articolo 27 della Costituzione».

Nello specifico, il bando ha come obiettivo la realizzazione di azioni per l’inclusione sociale, abitativa e lavorativa dei detenuti attraverso quattro settori d’intervento: accoglienza e inserimento abitativo attraverso percorsi individuali protetti; accompagnamento e inserimento lavorativo; sostegno alle reti familiari e relazionali di persone in esecuzione penale che hanno figli minori; e, infine, attività interne al carcere quali progetti socio educativi, lavorativi, sportivi, culturali e musicali.

«L’assessore Messina ha portato a sintesi l'impegno di diverse Fondazioni, del Comune, della Caritas Diocesana e di altri Enti che da anni sostengono questi progetti realizzati dall'associazione Carcere e Territorio – aggiunge il presidente dell’associazione Fausto Gritti –. Capofila del progetto “In & Out” è la Fondazione Opera Bonomelli e il finanziamento ottenuto consentirà per il 2020 la tenuta di un’esperienza decennale insostituibile».

Tra i partner progettuali: Fondazione Opera Bonomelli (capofila), Comitato Carcere e Territorio, associazione Consorzio Mestieri Lombardia, Csa Coesi centro servizi di riferimento di Confcooperative Bergamo, la casa Circondariale di Bergamo, la Cooperativa Ruah, la Fondazione Calepio e l’Ambito di Bergamo.

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