La rinascita del Bar Cuore della Simo in via Rosa, salvato da un’Apecar e dai clienti
Dopo il primo mese di lockdown, con lo spettro di non riaprire più, ha sfogato sui social la sua amarezza. Poi però le è venuta un’idea...
di Francesca Fenaroli
La storia solitamente la scrivono i personaggi importanti, ma ci sono piccole esperienze che vale la pena raccontare perché regalano ottimismo. Simona Guarnaroli più conosciuta come “la Simo”, un passato da direttrice di un negozio di abbigliamento, da sempre ha la passione di stare dietro a un bancone. Nel 2013, dopo molti sacrifici, è riuscita a realizzare il suo sogno e ad aprire il Bar Cuore nel quartiere di Boccaleone. Un locale piccino che fin dall’entrata è un tripudio di cuori, cuoricini e cuoroni (persino il portafiori all’ingresso ha questa forma). Un’impertinente Betty Boop che mostra la giarrettiera e il sorriso di Simona accolgono i clienti, principalmente abituali e della zona, considerando che via Gabriele Rosa è una strada stretta, di passaggio e scarsa di parcheggi.
«Già l’anno scorso, causa lavori di asfaltatura e rifacimenti vari, hanno chiuso tutto questo tratto, avevano appena finito ed è arrivato il Covid», esclama Simona che a malincuore ha dovuto abbassare la saracinesca il 9 marzo, data ufficiale dell’inizio del lockdown. Dopo il primo mese di sconforto, con lo spettro di non riaprire più, ha sfogato sui social la sua amarezza. Poi però, da combattente qual è, le è venuta un’idea: dotarsi di un’apecar per effettuare consegne a domicilio. I soldi scarseggiavano e galeotta è stata una foto su Facebook: i clienti hanno iniziato a lasciarle biglietti di sostegno fuori dal locale e alcuni l’hanno aiutata sia a trovare il mezzo che ad acquistarlo. Il 16 aprile sono stati distribuiti i primi caffè e aperitivi portati in bici, mentre l’apecar veniva sistemata. Pian piano, la barista itinerante si è rivelata un toccasana soprattutto per gli avventori, molti anziani, che frequentano il Cuore. «L’affetto dei miei clienti mi ha lasciato senza parole - dice Simona con gli occhi lucidi -, molti li considero amici e, purtroppo, sette di loro sono stati portati via da questo maledetto virus. Il mio rammarico è non averli potuti salutare».
Recentemente, ottenuto il via libera da Palazzo Frizzoni - e nonostante le lamentele di alcuni vicini -, la bionda barista ha inaugurato il suo dehor dall’altra parte della strada, grazie anche al sostegno di don Giuseppe Rossi, parroco del quartiere, degli operatori della Rete Sociale e dei ragazzi della Retro edicola. Davanti a un muro di proprietà della Curia, dove prima venivano depositati i rifiuti, ora ci sono tavolini, fiori rossi e ovviamente l’apecar tempestata di cuoricini dipinti. E adesso c’è anche un attraversamento pedonale, per poter godere dello spazio in sicurezza. Clienti di origine soprattutto straniera hanno riverniciato il muro.
Ora Simona ha vinto anche il bando del progetto Rinascimento che prevede un finanziamento a fondo perduto. Ossigeno puro per continuare nella sua impresa. Nella speranza che nessun cliente se ne vada più via all’improvviso.