Sapete perché Redona si chiama così? E Valtesse, Loreto e gli altri quartieri della città?
Longuelo deriva da “lontano” e solo un secolo fa era estrema periferia abitata da trecento anime. All’origine di Borgo Palazzo c’è proprio... un palazzo

di Paolo Aresi
Visto il successo della pagina sui nomi delle vie di Bergamo, i nomi “strani”, andiamo avanti e prendiamo in considerazione qualche altra strada, ma soprattutto i quartieri. Già, perché il nome Redona? E Grumello? E Valtesse? Di Pignolo abbiamo già parlato, in abbondanza.
Valtesse la chiamavano, nei secoli a cavallo del Mille, “Vallis Tegitis” e quel “Tegitis” stava a indicare le coperture di capanne e tettoie forse di pastori e contadini della Valtesse più antica, altomedievale. Riguardo a Boccaleone, ne abbiamo parlato nel numero scorso, però dobbiamo chiarire che la prima spiegazione, quella della “Bocca di leone” dove si imbucavano le lettere e le delazioni per la Serenissima, è solo una delle ipotesi. La seconda si riferisce all’acqua: quella “Bocca di leone” sembra possa riferirsi anche a una sorgente, a una “bocca” dalla quale sgorgava acqua fresca. Quello dell’acqua è un “topos” che ritorna spesso. Basta pensare al quartiere di Fontana, oppure a Fontanabrolo o ancora a Borgo Canale. Tutti riferimenti all’abbondanza di acqua, alle sorgenti. Come il “Lavanderio”, contrada dei nostri colli che era conosciuta proprio per l’attività di lavaggio dei panni in vasche che ancora oggi si possono osservare.

Dal Lavanderio passiamo a Redona. Il toponimo, Redona, è abbastanza diffuso: c’è una località che porta lo stesso nome anche a Trescore, per esempio. Pare che, per capire che cosa possa significare, bisogna risalire alla lingua dei Celti. Il nome e la località sono citati in diversi documenti conservati nell’Archivio della Curia di Bergamo, il più antico è del X secolo; come Comune, Redona era citato nel XVIII secolo; come molti sanno, rimase paese autonomo fino al 1927, come Valtesse, Colognola e Grumello al Piano. Ma il nome? Nella lingua dei Celti, le parole con la radice “Reidh” indicano il campo mentre il campo lavorato è definito con “Rode”. Se pensiamo che i suoni “on” e “ion” indicavano “luogo” ecco che la comprensione del nome Redona non appare più così difficile.
E che cosa dire di Longuelo e di Grumello? Anche di “Grumo” e “Grumello” ce ne sono tanti, pure nella Bergamasca. Da dove viene questa parola? Da “Grumus” che indicava un’altura, un poggio, in latino, ma anche un “mucchio”. A Grumello di colli non ce ne sono. E allora è probabile che il nome si riferisca al “Grumus” nel senso di mucchio, di raggruppamento di edifici. Grumello al Piano viene indicato in documenti per la prima volta nel 1026 mentre come Comune è nel XIV secolo che vi si riferisce ufficialmente...

Passiamo a Longuelo. Di questo quartiere di Bergamo si scriveva nel medioevo definendolo come “Longulo”, termine latino che indica un appezzamento di terreno lontano, forse perché Longuelo era un villaggio “lontano” dal cuore della città, oltre il colle della Benaglia, forse perché il terreno era in buona parte paludoso, come tutta la zona che riceve l’acqua dall’impluvio dei colli. All’inizio del Novecento, Longuelo contava circa trecento anime. Anche a Longuelo, come a Loreto, vivevano fino ai primi del Novecento persone che venivano definite “pescatori”. Negli acquitrini si andava a prendere piccoli pesci, rane... e c’era chi sbarcava il lunario in questo modo, andando a vendere il pesce in Città Alta, nella piazza che porta questo appellativo: Mercato del Pesce. (...)