La felicità nei sorrisi e negli sguardi dei bambini del Cre di Nembro in gita a Venezia
Con il viaggio organizzato venerdì 7 agosto si è conclusa l’esperienza durata sei settimane di “Villaggio in Viaggio”, il Cre estivo di Nembro. Ed è stato un vero successo
di Elena Conti; foto in apertura di Maria Salvi
Con la gita finale di venerdì scorso (7 agosto) a Venezia si è conclusa l’esperienza di “Villaggio in Viaggio”, il Cre estivo di Nembro. Sei settimane organizzate nei minimi dettagli, con orari e attività riportati su un enorme tabellone per ciascuno dei numerosi gruppetti in cui sono stati suddivisi i ragazzi partecipanti. Una misura assolutamente necessaria per garantire il rispetto delle norme anti-Covid, che si è rivelata molto utile. Non solo per l’episodio del bimbo positivo al Coronavirus, ma anche per lo svolgimento delle attività, dei laboratori e dei giochi.
«Questo Cre è andato meglio delle attese - racconta don Matteo Cella, direttore dell’oratorio San Filippo Neri -, abbiamo messo in moto una macchina organizzativa notevole, ma ne è valsa la pena e tutti ne hanno beneficiato. A partire dai ragazzi e dalle loro famiglie; non ci aspettavano una partecipazione così numerosa, ma questo significa che siamo riusciti a rispondere adeguatamente a un bisogno concreto. Le famiglie ci hanno dato fiducia e i ragazzi avevano davvero voglia di stare insieme. Con animatori ed educatori ci siamo lanciati con la sperimentazione e il risultato è stato molto positivo. Anche per loro è stata un’esperienza arricchente, hanno messo anima e cuore in questo Cre, moltiplicando le attenzioni e il senso di responsabilità verso i più piccoli».
Fotografie di Maria Salvi
Assai proficue si sono rivelate le collaborazioni con diverse realtà del territorio, dal Comune alla parrocchia, dagli scout a professionisti esperti per i laboratori. «Erano collaborazioni necessarie, ma come si suol dire, abbiamo fatto di necessità virtù! La conferma che se si fanno le cose insieme, esse vengono meglio - aggiunge -. In particolare siamo rimasti stupiti dalla risposta dei ragazzi dai 14 ai 16 anni, una fascia d’età delicata, a cui non è facile avanzare proposte stimolanti. Invece i laboratori hanno avuto un grande successo e da questa esperienza vogliamo trarre insegnamento per il futuro».
Ad un certo punto, però, la notizia del bimbo positivo al Covid ha preoccupato tutti. «È stato del tutto inaspettata, perché il bambino non ha mai manifestato alcun sintomo. Quando lunedì si è rotto il braccio e martedì ci è stato detto che il risultato del tampone era positivo, tutti i media hanno lanciato l’allarme. In realtà la situazione si è stabilizzata in poco tempo: la famiglia del bambino e i suoi compagni di Cre, quelli del suo stesso gruppetto guidato da un’educatrice, erano tutti negativi. Questo ci ha ulteriormente rassicurati sulla bontà dell’organizzazione a gruppetti, che ha permesso di poter continuare le attività. Dopo la quarantena, il bambino è tornato al Cre e venerdì è venuto in gita con noi, sfoggiando il gesso al braccio».
Fotografie di Maria Salvi
Un vero successo, sebbene nessuno fosse al corrente della destinazione. «A inizio settimana abbiamo lanciato il “toto-gita” e in pochi hanno indovinato. Abbiamo scelto Venezia perché come città rappresenta appieno le tematiche su cui abbiamo lavorato durante Villaggio in Viaggio. Venezia è incontro, perché si trovano persone da ogni angolo della Terra; è scoperta, perché è patria di grandi avventurieri, navigatori ed esploratori come Marco Polo; è territorio, perché presenta una conformazione e una morfologia uniche nel loro genere. Durante la giornata, i più piccoli hanno preso il traghetto e visitato un laboratorio di realizzazione delle gondole. I più grandi invece hanno conosciuto la città facendo attività di gioco, parlando con i passanti, chiedendo agli abitanti di Venezia informazioni sulla città. Davvero un ottimo modo, dopo il saluto del sindaco e del parroco di Nembro alla festa di giovedì, di concludere la nostra esperienza all’insegna della leggerezza».
E il successo della gita è chiaramente visibile dai volti gioiosi dei bambini. Il reportage fotografico è stato curato da Maria Salvi, la fotografa che ha tenuto anche un laboratorio per gli adolescenti. «Una bellissima esperienza - dichiara -, sono contenta di aver partecipato a questo Cre. Certo, la fotografia è un tema molto particolare e non tutti i ragazzi avevano avuto modo di approcciarsi prima a questo mondo, ma il laboratorio li ha stimolati e hanno fatto un buon lavoro. Oggi viene fatto un uso diverso della fotografia rispetto alla mia generazione, ma questo non gli ha impedito di incuriosirsi. Li ho accompagnati anche nella gita finale, cogliendo alcuni momenti speciali della giornata. Per la foto di gruppo, li abbiamo disposti in modo che sembrassero tutti vicini mentre in realtà ogni gruppetto era distanziato dagli altri. È andato tutto bene».