La scommessa del sindaco Milesi

Il Grand Hotel di San Pellegrino sta rinascendo (in attesa del nome di chi lo gestirà)

Investimenti per lavori di riqualifica già impegnati per oltre 20 milioni, altri 3 in rampa di lancio. Serve un imprenditore che creda nel progetto: le manifestazioni di interesse non erano mancate.

Il Grand Hotel di San Pellegrino sta rinascendo (in attesa del nome di chi lo gestirà)
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di Marco Oldrati

«Se non fosse stato per il Coronavirus forse oggi saremmo già nelle condizioni di poter rivelare chi prenderà in mano il progetto e rimetterà in attività il Grand Hotel». Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino, è solo parzialmente deluso, anzi, sembra piuttosto combattivo: «La valle è stata “congelata” dal lockdown e così i progetti, ma la volontà è quella, più che di ripartire, di continuare un percorso importante che aveva già compiuto passi sicuramente significativi».

I fatti danno ragione a Milesi: due blocchi di finanziamenti, il primo da due milioni di euro, l’altro di oltre diciotto hanno permesso di effettuare lavori consistenti. Sono stati messi in atto interventi che hanno riguardato le tre facciate, l’intero piano rialzato, la copertura e alcuni corpi accessori come i locali cucine posti dietro all’edificio, sotto la direzione lavori del professor Vassallo. Altri interventi sono stati effettuati per la risistemazione del parco circostante e la sua recinzione. Ma il tutto richiede che qualcuno prenda in carico la gestione e concluda la ristrutturazione.

«Da qui nasce il bando per la concessione della valorizzazione dell’edificio per un periodo dai sei ai cinquant’anni, una gara che abbiamo aperto il 20 maggio e chiuderà il 30 novembre: essa è nata a fronte di manifestazioni di interesse provenienti da tre soggetti, un gruppo di cliniche private del Centro Sud Italia, che vorrebbe appunto trasformarlo in una unità della propria rete, una cordata imprenditoriale da Torino che ne progetta una destinazione d’uso albergo per la terza età e QC Terme, il gestore dello stabilimento termale, che aveva in animo una valorizzazione più propriamente alberghiera».

Un quadro sicuramente invitante... «Tanto che a gennaio, prima dell’emergenza pandemica eravamo fiduciosi che saremmo arrivati all’estate con decisioni prese e progetto pressoché avviato, ma la situazione è solo rimandata, con questo bando intendiamo passare dalle parole ai fatti, tanto che ci siamo premurati di effettuare uno studio di fattibilità per stimare i costi di completamento lavori, quantificati in circa 26 milioni e 300 mila euro. Una cifra non indifferente, per la quale si potrebbe anche procedere per lotti, con il vincolo che il singolo lotto non deve avere un controvalore inferiore a otto milioni».

L’impegno richiesto a chi si prenderà in carico la gestione è quindi rilevante anche in termini finanziari, ma Milesi è tutt’altro che arrendevole su questo fronte: «Abbiamo già definito una partecipazione attraverso risorse pubbliche provenienti dalla Regione di altri tre milioni di euro, ma non ci fermiamo qui. Il Covid da questo punto di vista potrebbe generare delle opportunità di finanziamento collegate al rilancio dell’offerta turistica e permettere di cofinanziare ulteriormente i lavori».

L’obiettivo è chiaro, riportare il Grand Hotel ad essere parte attiva dell’offerta turistica di San Pellegrino, un progetto ad amplissimo spettro che è partito con le Terme, è proseguito con il riassetto di elementi come la funicolare che porta alla Vetta, si sta concretizzando nella riattivazione dell’offerta termale sanitaria e si avvale anche dell’attrattiva generata dai nuovi investimenti di Nestlè sulla nuova sede produttiva e sul Museo dell’acqua firmati dall’archistar norvegese Bjarke Ingels. Insomma, l’auspicio è quello di un brindisi in tempi piuttosto rapidi, naturalmente bollicinato, ma di acqua minerale!

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