Ritardi nell'erogazione delle visite specialistiche: «Più facile essere curati se gravi»
Il presidente Umberto Dolci: «La soluzione al problema esiste, ma non è alla portata di tutti: accedere alla sanità privata a pagamento»
Si allungano i tempi per chi è in attesa di effettuare visite specialistiche erogate dal sistema sanitario nazionale e i cittadini, ora, iniziano ad essere esasperati, oltre che preoccupati. È l’allarme lanciato da Federconsumatori Bergamo, che sottolinea di «ricevere continuamente segnalazioni e lamentele relative alla gestione della sanità». Ritardi «che si fatica a giustificare» e che in alcuni casi si protraggono per diverso tempo, nonostante gli esami siano stati prenotati con mesi o addirittura con un anno di anticipo.
«In spregio alle ricorrenti campagne di prevenzione, è più facile essere curati accedendo ai pronto soccorso in gravi condizioni che prenotare un esame che dovrebbe aiutare a prevenire l’insorgere della malattia ed evitare la necessità di un ricovero – sottolinea in una nota il presidente Umberto Dolci -. In sostanza l’eccellenza del sistema sanitario locale si manifesta se sei gravemente ammalato, sempre che arrivi in tempo. Ma latita prima e anche successivamente». Il problema principale, stando a quanto riferisce Federconsumatori, non sarebbe più quello di pagare o di non pagare il ticket, ma quello di potersi sottoporre a visite specialistiche ed esami che il medico di base prescrive in tempi utili per curarsi, prima che sia troppo tardi.
«La soluzione al problema esiste, ma non è alla portata di tutti – aggiunge il presidente -. Basta accedere alla sanità privata a pagamento. Allora i tempi si riducono drasticamente. Nella medesima struttura dove in convenzione con il sistema sanitario nazionale occorre attendere 18 mesi, privatamente c’è posto entro 8 o al massimo 10 giorni. Se poi te lo puoi permettere, in uno studio privato sei accolto anche prima. Quindi sei esente dal ticket, ma paghi la tariffa intera».
«Federconsumatori non ha strumenti e competenze da utilizzare per modificare la situazione – conclude Umberto Dolci -. Evidenziamo che se non si cambia velocemente strada si va a finire male. Che ne dicono i nostri rappresentanti politici comunali, provinciali, regionali e nazionali?».