In via Tiraboschi

Graffiti contro la Lega sui muri degli uffici comunali, il Carroccio chiede la cancellazione

«Distruggi il fascismo»: la scritta, secondo i consiglieri lumbard, rappresenta una «evidente minaccia alla vita democratica e una ferita all’agire pubblico di tutta la nostra comunità»

Graffiti contro la Lega sui muri degli uffici comunali, il Carroccio chiede la cancellazione
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«Combatti la Lega. Distruggi il fascismo». La contestazione, scritta con vernice spray nera, è ben leggibile sul muro del palazzo degli uffici Comunali (fronte via Tiraboschi). Tuttavia, per la sezione cittadina del Carroccio parlare di contestazione non è esatto, bensì sarebbe meglio definire tale frase come una «evidente minaccia alla vita democratica e una ferita all’agire pubblico di tutta la nostra comunità».

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Per questa ragione, i consiglieri comunali della Lega hanno depositato a Palazzo Frizzoni un’interrogazione a risposta scritta nella quale chiedono all’Amministrazione se non ritenga sia il caso di provvedere con solerzia alla rimozione e alla pulizia di tali scritte «ingiuriose, quanto antidemocratiche, e di fatto indecorose. Oltre tutto apposte su di un edificio comunale». L’autore del graffito, comparso secondo le segnalazioni di alcuni cittadini già in occasione delle scorse elezioni comunali ed europee, resta al momento sconosciuto. Secondo la Lega si tratterebbe di «qualche estremista che predica libertà, ma che poi opprime democrazia e l’emancipazione popolare».

«Il nostro intento non sarà certo quello di cadere in queste misere provocazioni e rispondere di contrattacco, ma quanto meno chiedere all’Amministrazione che provveda a rimuovere tali scritte offensive oltre tutto apposte sui muri di un edificio pubblico – spiegano i consiglieri leghisti -. L’intolleranza non è una modalità politica, l’intolleranza è la negazione della politica. E chiunque pensi o agisca in modo contrario contribuisce a degradare non soltanto i palazzi che imbratta, ma il vivere civile di una comunità che può dividersi su posizioni di merito, ma mai sul riconoscimento dei propri interlocutori come avversari e non come nemici».

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