La Giunta regionale è salva

Attilio Fontana incassa la fiducia, tra applausi della maggioranza e contestazioni dei 5 Stelle

Bocciata, con 49 voti contrari, la mozione di sfiducia presentata dai partiti di opposizione (tranne Italia Viva). I grillini in aula con scatoloni da trasloco per dire alla maggioranza di «andare a casa»

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Il presidente Attilio Fontana incassa la fiducia del Consiglio regionale, tra gli applausi dei rappresentanti dei partiti di maggioranza. Il governo regionale può quindi dirsi salvo, grazie ai quarantanove voti contrari di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Gruppo Misto che hanno bocciato la mozione di sfiducia presentata lo scorso 28 agosto dalle opposizioni.

Immancabile la bagarre in Aula nel corso della discussione. I consiglieri regionali Pentastellati hanno infatti portato in Consiglio alcuni scatoloni da trasloco, ognuno etichettato con il nominativo di un assessore regionale e del Presidente, per protestare sulla gestione dell’emergenza Covid. «Nell’interesse dei lombardi, Fontana, i suoi assessori e questa maggioranza devono andare a casa – commenta Massimo De Rosa -. Hanno dato prova per mesi di incompetenza e incapacità; non sono assolutamente in grado di gestire la nuova fase di pandemia e il rilancio della Lombardia. Cittadini e imprese non meritano di essere danneggiati ulteriormente da un’Amministrazione che non sa ammettere i propri errori, cambiando strategia, e che pretende invece di ottenere maggiore autonomia, senza essere in grado di usare quella che ha già in materia sanitaria».

Il documento, che ha ottenuto 29 votazioni a favore, era stato presentato da Pd, Movimento 5 Stelle, Civici, Azione e +Europa. Unica forza politica ad astenersi era stata Italia Viva. I motivi alla base della mozione sono facilmente intuibili: una gestione dell’emergenza sanitaria giudicata inadeguata, la mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, l’elevato numero di decessi degli ospiti delle Rsa, oltre all’apertura dell’ospedale Covid alla Fiera di Milano, nel quale è stata ricoverata soltanto una decina di pazienti, il ritardo nella consegna al personale sanitario dei dispositivi di protezione individuale e l’affidamento diretto alla Diasorin dei test sierologici.

Marco Fumagalli
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Monica Forte
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Massimo De Rosa
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«Ritengo più che doveroso nei confronti di Bergamo e della Lombardia aver votato la sfiducia al Presidente Fontana – sottolinea il consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta -. Una naturale conseguenza delle azioni, degli errori e delle omissioni nella gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Giunta leghista che tutti, direttamente o indirettamente, abbiamo avvertito in questi mesi. Governo e Regione hanno grandissime responsabilità e in un paese normale entrambi gli Esecutivi andrebbero a casa».

«Il modello lombardo – conclude Carretta - che in venti anni ha indebolito la medicina di territorio ha dimostrato le sue debolezze. I cittadini meritavano una svolta all’incompetenza di Fontana, ma la maggioranza ha continuato, con arroganza a ripetere che “rifarebbe tutto”. Come Azione continueremo a fare un’opposizione seria, rigorosa e di stimolo per rappresentare tutti coloro che vogliono una Lombardia migliore, compresi, ne sono certo, anche quegli elettori di Italia Viva che oggi non hanno visto rappresentare la propria opinione dalla collega che non ha voluto partecipare al voto».

Il risultato della votazione era sulla carta scontato. Ciononostante per il consigliere del Pd Jacopo Scandella si tratta di una «scommessa sbagliata e persa – ha dichiarato rivolgendosi alla maggioranza -. All’inizio di questa storia avete un investimento politico sul fatto che questa emergenza sarebbe durata poco e sarebbe stata gestita bene. Avete evitato di coinvolgere le opposizioni in qualsiasi vera cabina di regia, avete messo in piedi una doppia conferenza stampa quotidiana, con il presidente Fontana e l’assessore Gallera che facevano a gara a chi sarebbe uscito meglio, chi si sarebbe preso il merito della gestione dell’emergenza. E poi, per suggellare il racconto di un centrodestra che a petto in fuori gestisce l’emergenza, avete messo un carico mediatico e politico enorme sull’ospedale in Fiera a Milano. Il 18 marzo siete arrivati a stoppare per un giorno la costruzione dell’ospedale in Fiera a Bergamo, nonostante foste a conoscenza di quello che stava succedendo in Valle Seriana, e in tutta la provincia, perché poteva entrare in concorrenza con Milano. Bene: voi questa scommessa l’avete sbagliata, l’avete persa, e quello che speravate sarebbe stato il vostro trampolino di lancio è invece la vostra fine politica».

A finire sotto accusa, anche nell’intervento di Scandella, il sistema sanitario lombardo. «Avere alcuni dei migliori ospedali d'Italia non significa avere il sistema sanitario migliore. E questa pandemia ce lo ha ricordato con forza. Da rivedere è il rapporto tra strutture pubbliche e private, una medicina territoriale poco sviluppata, le lunghe liste d’attesa e il costo elevato per le prestazioni, oltre alla desertificazione di servizi pubblici nelle periferie. Oggi la retorica dell’eccellenza non basta più; la usa solo chi vuole salvare sé stesso per evitare il conto, non solo della gestione Covid, ma di questi anni passati a nascondere la polvere sotto il tappeto».

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